La lotta alla criminalità organizzata albanese riceverà l'assistenza dell'Italia. E' il frutto dell'accordo siglato questa mattina a Palazzo Chigi dal Presidente del Consiglio, Massimo D'Alema e dal primo ministro albanese, Pandeli Majko. Presente una delegazione dei rispettivi governi (per l'Italia Lamberto Dini, Livia Turco, Carlo Scognamiglio ed i sottosegretari Bassanini, Sinisi e Minniti), D'Alema ha annunciato che si recherà presto, insieme al premier albanese, in Puglia, per un incontro con le autorità locali, per illustrare ''le misure concordate dai due Paesi'' nella lotta alla immigrazione clandestina. Il protocollo firmato questa mattina consentirà una più stretta collaborazione tra le polizie dei due Paesi nel contrasto alla criminalità organizzata. (FM)

"I governi di Italia e Albania - ha detto D'Alema nel corso della conferenza stampa che ha fatto seguito all'incontro - hanno esaminato tutti i diversi capitoli della nostra cooperazione". L'accordo prevede ''il rafforzamento della collaborazione con la polizia albanese, tecnica e professionale'', in modo da aiutare le forze di Tirana a raggiungere uno ''standard'' adeguato a fronteggiare la sfida della criminalità.

''Non ritengo giusto - ha affermato D'Alema - che si dica che la responsabilità ricade solo sull'Albania... come se l'Albania fosse un pericolo dal quale guardarsi. Questa immigrazione è promossa da una criminalità che, per una parte notevole, è italiana''. Italia ed Albania, ha detto il premier, sono vittime di una stessa criminalità ed hanno lo stesso interesse a combatterla. ''Le nostre forze di sicurezza non occuperanno l'Albania - ha precisato D'Alema - rafforziamo la collaborazione con la polizia, le forze di sicurezza''. Si tratta di ''intercettare e prevenire, dato che non si può pensare di abbordare in mare gli scafi''.

''Sono persuaso - ha concluso - che ci sono tutte le condizioni per contrastare in modo efficace questo traffico''.