La danza dei coltelli è l'unica, per così dire "nativa", salentina
Il convegno, che si aprirà lunedì 10 ottobre 2005, alle ore 9.30, nell'aula Ferrari di palazzo Codacci Pisanelli (piazza Arco di Trionfo, Lecce), proseguirà fino a mercoledì 12 ottobre 2005 e si concluderà con la tavola rotonda sul tema "La notte della taranta: dinamiche dell'istituzionalizzazione".
Lunedì 10 ottobre, Università di Lecce, aula Ferrari, ore 9.30 – apertura dei lavori:
Oronzo Limone, Magnifico Rettore dell'Università di Lecce
Marcello Strazzeri, Preside della Facoltà di Scienze della Formazione (Università di Lecce).
Pietro Fumarola (Università di Lecce), Eugenio Imbriani (Università di Lecce), Presentazione del progetto: Danze di corteggiamento e di sfida Pino Gala (Università di Firenze), Il dissidio nel corteggiamento e il sodalizio nella sfida: per una rilettura antropologica del complesso sistema dell'etnocoreutica italiana
Elisabette Claire (New York University), La donna e il valzer
Alessandro Melis (antropologo, Cagliari) Le danze sarde: un progetto
Università di Lecce, aula Ferrari, ore 15.30
Remi Hess (Université Paris 8), Il corpo e il tango
Furio Biagini (Università di Lecce), Il tango degli ebrei
Fulvio Palese (Università di Lecce), La "comunità" del tango
Maurizio Nocera (scrittore), Danzare la gioia, danzare il dolore
Vito D'Armento (Università di Lecce) Ritmi sonori, ritmi del corpo
lunedì 10 ottobre, Monteroni, sala "Evening", ore 21.30
Milonga, con la partecipazione delle associazioni salentine di Tango Argentino
martedì 11 ottobre, Università di Lecce, aula Ferrari, ore 9.30
Ornella D'Agostino (associazione Carovana, Cagliari), Break dance e danza contemporanea
Pequeno Mestre (Fondaçao Filhos de Bimba), Origini e storia della capoeira
Fabio Tolledi (Astragali Teatro – Università di Lecce), Rito. Danza. Spettacolo
Pierpaolo De Giorgi (ricercatore, Regione Puglia), La pizzica scherma di Torrepaduli
Università di Lecce, ore 15.30, aula De Maria
Luigi Tarantino (ricercatore, Lecce) La notte della danza dei coltelli
Luigi Chiriatti (ricercatore, editore), Storie di santi e di coltelli
Sergio Torsello (Istituto Carpitella), La "Notte della taranta": dall' "Istituto Carpitella" al progetto della fondazione"
Daniele Durante (Conservatorio di Lecce), L'esperienza del "Canzoniere Grecanico"
Giovanni De Francesco (Centro sociale di Tiggiano), Salento tra valorizzazione e sfruttamento
mercoledì 12 ottobre, Università di Lecce, ore 9.30, aula De Maria
Giovanni Pizza (Università di Perugia), Antropologia e politica della danza
Davide Torsello (Università di Lecce), Processi di istituzionalizzazione e produzione identitaria nel Salento
Salvatore Colazzo (Università di Lecce), Luigi Mengoli (Università popolare), Dall'esperienza etnografica all'istituzione dell'Università popolare
Anna Merendino (Università di Lecce), Feste come patrimoni culturali
Livio Muci (Edizioni Besa), Editoria e cultura popolare
Georges Lapassade (Università Paris 8), Guglielmo Zappatore (Università di Lecce), L'istituzionalizzazione delle danze sufi
mercoledì 12 ottobre, ore 17.00, aula De Maria
Tavola rotonda sul tema:
"La notte della taranta: dinamiche dell'istituzionalizzazione"
Partecipano: Oronzo Limone, Giovanni Pellegrino, Adriana Poli Bortone, Marcello Strazzeri, Sergio Blasi, Adelmo Gaetani, Piero Manni
Teatro Astragali (Lecce, via Candido, 23), ore 20.30
Performance conclusiva del laboratorio di danza (coordinamento Ornella D'Agostino).
"Danze di corteggiamento e di sfida nel mondo globalizzato" è un progetto di colloquio internazionale, d'intervento e laboratorio di sperimentazione comparativa che si sviluppa su un piano interdisciplinare a partire dall'antropologia e dalla sociologia della danza.
Il progetto nasce da un'intuizione relativa alle pratiche sociali, più o meno istituzionalizzate, di formazione ed educazione alla danza presenti sul territorio salentino, dove da qualche anno si sono costituite scuole ed associazioni che praticano e diffondono particolari tipi di danza, sia di corteggiamento che di sfida.
Tale classificazione, del tutto aleatoria e provvisoria, è frutto di un tentativo di approccio ad una ben nota difficoltà delle scienze sociali nello stabilire criteri di classificazione anche solo relativi alle funzioni e al contesto culturale in cui in genere la danza si pratica.
La maggior parte delle danze praticate nelle scuole, nelle associazioni e nei gruppi semiorganizzati spontanei, anche nel Salento, sono danze di corteggiamento e tra queste emblematico è il tango argentino, cui sarà dedicata una giornata di studio accompagnata da un laboratorio che si concluderà la sera con una milonga.
Tra le danze di sfida presenti anche sul territorio salentino e variamente strutturate sono da annoverare la capoeira, la break dance, la danza dei coltelli.
La capoeira, danza rituale brasiliana, è diffusa da qualche anno in Europa e in Italia e a Lecce sono attive due scuole ed altrettante associazioni. È una danza che, come le altre due, nasce da una tradizione e da un'esperienza di strada e si configura e diffonde come una tensione paradossale orientata da una strategia insieme etnicizzante e globalizzante. Si può configurare come una pratica di danza con svariati rapporti con le arti marziali e la dimensione sportiva.
Da quasi vent'anni è diffuso in Europa e in Italia il movimento hip-hop, un movimento artistico, popolare, giovanile e di strada che, partito dal Bronx, il ghetto nord-americano per eccellenza, si è globalizzato attraverso tre discipline: rap, graffiti e break dance.
Le fasce generazionali interessate a questa danza e a questo movimento sono prevalentemente quelle adolescenziali. La break dance necessita di molta agilità e di particolari capacità acrobatiche ed espressive più in generale; questa danza viene praticata in modo diffuso e spontaneo nella strada, ma anche in numerose scuole di danza.
La danza dei coltelli è l'unica, per così dire "nativa", salentina. È una danza non organizzata in scuole ed è conosciuta più per il suo rapporto con la pizzica-pizzica e la festa di San Rocco, che come oggetto di studio in sè.
Le sue caratteristiche funzionali di ritualizzazione e simbolizzazione della violenza nel suo rapporto col sacro appaiono del tutto simili alle altre due danze di sfida considerate.
Paradossalmente, nel Salento essa è meno istituzionalizzata delle altre e non risulta che ci siano scuole o associazioni organizzate in cui sia insegnata e praticata con regolarità. La pratica e la memoria di essa sono appannaggio soprattutto di gruppi spontanei e informali e di tradizioni familiari dei ceti popolari.