Siamo pronti a collaborare con l'Onu, con il consiglio di Sicurezza e con il Segretario generale per la risoluzione della guerra nei Balcani e per prevenire nuovi pericoli": da Roma lanciano un altro appello, i sette premi Nobel della pace - Gorbaciov, De Klerk, Menchu, Perez, Rotblat, Trimble, Williams - giunti nella Capitale italiana per un summit di due giorni. Dopo una mattinata piena di incontri - in Vaticano per un colloquio con il Papa, in Quirinale con il presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro e in Campidoglio con il sindaco di Roma, Francesco Rutelli - dettano, in un comunicato, le loro condizioni per chiudere pacificamente il conflitto nei Balcani: "Ritorno dei profughi del Kosovo nelle loro case; iniziative per sospendere la catastrofe umanitaria; piena autonomia delle popolazioni del Kosovo; tutti gli aiuti necessari ai profughi stessi". (MN)

Ancora: "Il mondo non può e non deve assistere al tragico spettacolo di bambini, donne e gente di ogni età vagare senza cibo e senza aiuto medici. Ci rivolgiamo quindi a tutti coloro che sono in grado di assumere valide iniziative, la cui realizzazione deve avvenire attraverso l'utilizzazione di forze multinazionali sotto l'egida dell'Onu e sulla base delle decisioni del Consiglio di sicurezza".
Sempre stamattina l'incontro in Vaticano: "E' stato importante - ha spiegato Gorbaciov a nome di tutti - per la conferma della consonanza dei punti di vista fra il Santo padre e i Nobel sul tema della pace. Giovanni Paolo II ha affrontato con noi anche i problemi di carattere globale che si affacciano alla vigilia del terzo millennio e da parte nostra - ha detto ancora Gorbaciov - abbiamo espresso il nostro piu' alto riconoscimento per la sua attività in nome della pace". Dal canto suo, il Papa ha dichiarato: "Il rumore delle armi deve cessare al più presto.