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Data: 29/07/2002 - Ora: 11:15
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Cronaca
Continua l’emergenza rifiuti in Puglia. Lo sottolinea la Commissione Parlamentare di inchiesta che ha condotto in questi giorni una indagine sul ciclo dei rifiuti e sulle attività illecite connesse. La Commissione ha individuato le cause che "ancora impediscono il ritorno alla normalità nonostante un commissariamento che dura ormai da otto anni" e ha messo in evidenza come "i consistenti passi avanti non azzerano del tutto i ritardi accumulati nel corso della gestione straordinaria e determinati dal vorticoso cambio di commissari". Tra le note dolenti, la Commissione individua in primo luogo la raccolta differenziata: "il gap accumulato è davvero ampio e non si registrano livelli accettabili di differenziazione dei rifiuti". "In fase di stallo - continua la relazione - anche gli interventi di bonifica», in particolare delle "miriadi di discariche aperte dai sindaci per far fronte alle esigenze di uno smaltimento fai da te". In questo contesto si inseriscono ache le "allarmanti questioni" dell’Ilva di Taranto e della Fibronit di Bari. Continua inoltre la preoccupazione per le attività delle ecomafie, così come - sul fronte dei rifiuti ospedalieri - "all’impeccabile formalismo burocratico non corrisponde analoga efficienza nei controlli effettuati per garantirne il lecito smaltimento". "Solleciteremo - ha affermato il presidente della Commissione Paolo Russo - il messaggio costante degli appalti, non solo per garantire la trasparenza, ma anche per evitare la costituzione di comitati d’affari".
Anche se la Puglia non è la regione dell’ ecomafia: sul territorio non ci sono interferenze esterne e la criminalità non si è impossessata del business rifiuti. Solo nel Salento la Dda di Lecce ha in corso un’ inchiesta nella quale si ipotizza che la famiglia di un boss, ora in carcere, della Sacra corona unita (Scu) gestisca il business dei rifiuti.
La commissione - "visto l’alto livello criminale" della vicenda salentina - ha deciso di secretare i verbali della deposizione del magistrato della Dda di Lecce che ha riferito sul contenuto dell’ indagine in corso.
Nel corso della conferenza stampa conclusiva dei lavori i commissari hanno voluto sottolineare anche che "la Puglia non è la pattumiera d’Italia, ma se non si presta la necessaria attenzione al fenomeno della gestione dei rifiuti lo potrebbe diventare". I traffici di rifiuti verso la Puglia - è stato sottolineato - ci sono, ma non sono di dimensioni tali da poter arrivare a conclusioni eclatanti tali da poter far definire la Puglia la pattumiera nazionale.
Dalle audizioni è emerso che una procura pugliese ha in corso accertamenti su carichi di rifiuti che, a bordo di navi salpate da Civitavecchia, sarebbero transitate in un porto pugliese e che, via Israele, sarebbero giunti in Cina. Per questo motivo il presidente della commissione d’ inchiesta, on. Paolo Russo, ha affermato che, "vista la propensione della Puglia ad essere una regione di transito, l’attenzione della commissione, delle forze dell’ ordine e delle procure, è massima".
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