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Consiglio regionale: ripresi i lavori sulla legge elettorale

Data: 19/01/2005 - Ora: 10:44
Categoria: Politica

Avviati i lavori della maratona consiliare che dovrà discutere ed eventualmente approvare la riforma elettorale pugliese.

Dopo la relazione alla proposta di legge licenziata dalla commissione affari istituzionali, svolta nella seduta lampo di ieri pomeriggio dal presidente della settima commissione Alberto Tedesco, oggi comincia il lungo dibattito. A rompere il ghiaccio il vicepresidente del consiglio regionale Carmine Dipietrangelo che ha invitato tutti i consiglieri regionali, soprattutto quelli che hanno deciso di ricandidarsi, a ben riflettere su quanto andranno a votare. "La materia elettorale – ha detto Dipietrangelo - è materia assai delicata e andrebbe per questo maggiormente condivisa di quanto non sia stato fatto, da tutte le forze politiche. Ma la maggioranza ha scelto invece un’altra strada. Ha deciso di non confrontarsi con l’opposizione e ha imposto una legge e una procedura di dibattito di cui si poteva tranquillamente fare a meno. Le regole del gioco non si stabiliscono a campagna già avviata. Ci sono già i candidati, e non solo i candidati presidenti, ma non c’è la legge elettorale. Questa materia – ha ribadito il vicepresidente – non può essere materia interpretata e modificabile. La legge elettorale produce effetti a meno di un mese e non può essere affrontata con disattenzione. Molte norme rischiano di essere incostituzionali". Dipietrangelo poi fa appello alla responsabilità dei consiglieri che sono chiamati a discutere questa legge. Norme che possono apparire innovative rischiano di essere inapplicabili. "E comunque – ha ribadito Dipietrangelo - l’impegno con il centrodestra era di farla insieme la riforma elettorale. E l’impegno era di introdurre solo delle piccole modifiche alla tatarellum. Questa legislatura si conclude con uno strappo molto grave. Così come abbiamo fatto con spirito unitario lo statuto così si sarebbe dovuta fare la legge elettorale. Questa è solo una forzatura irresponsabile e approssimativa. Per non parlare poi dell’organizzazione e dei costi che questa legge comporta. Tutti a carico del bilancio regionale". Dipietrangelo ha poi fatto riferimento alla relazione che accompagna la legge regionale del Lazio, votata da An e Forza Italia, in particolare alla norma che contempla la parità di generi. Nel suo discorso infine il vicepresidente del consiglio ha anche ribadito la sua volontà a non ricandidarsi per la prossima legislatura. (su.nap.) Gli interventi Michele Losappio (Rifondazione Comunista) "Il maxiribaltone che il centrodestra si appresta a proporre dimostra la paura di perdere le elezioni. Ad un mese dallo scioglimento, un’ipotesi di disciplina elettorale da elaborare in tempi così ristretti può essere politicamente motivata soltanto dall’emergenza, che può essere solo di parte, e faziosa, se la legge verrà votata a maggioranza. Fitto ostenta sicurezza e tuttavia non è così sicuro. Che bisogno ci sarebbe di uno strappo istituzionale che dà all’opposizione un argomento propagandistico per accusare il centrodestra di un atto autoritario e arrogante? La moderazione di Fitto assomiglia al primo Mussolini. La ‘legge elettorale ‘truffa’ è un ‘piccolo colpo di stato in salsa pugliese’, ma è il prezzo che va pagato alla paura, pur di restare sulle poltrone dove il centrodestra ha fatto devastazione di ogni risorsa della Puglia. Con la nuova legge elettorale, saranno molti i rischi per gli eletti di ricorsi contro la legge: lo sbarramento è anticostituzionale, dà un peso diverso agli elettori, non più una testa un voto. Le proteste per il mancato rispetto della parità tra i sessi sono già annunciate. E il voto per i pugliesi all’estero? E la rappresenta in Consiglio per gli ottomila immigrati legalizzati e riconosciuti? Perché non provare a migliorare la legge, a renderla più corretta e innovativa, invece di andare avanti a colpi di maggioranza?". Aldo Aloisi (Fi) "Il problema non è di essere innovativi, ma di assumere responsabilità legislative. La disciplina elettorale va approvata, perciò, perché questo è il dovere di un organo legislativo, ma non riesco a convincermi, in termini concettuali prima che politici, perché se la legge contempla le osservazioni del centrosinistra è buona e all’avanguardia mentre se pone alla base le motivazioni del centrodestra è cattiva e mostra invece ‘punti di debolezza, di incostituzionalità, di strappo’, come affermato dai banchi della sinistra. È vero invece che la legge elettorale elaborata dal centrosinistra tende a confermare regole di cortesia per i consiglieri uscenti, non di garanzia per i diritti dei cittadini. Confermando il listino, si rischia poi di mantenere i privilegi dei partiti, a danno dell’elettorato Lo sbarramento vuole stabilire piuttosto un’impostazione puntuale. Si chiede la possibilità che culture diverse ma assimilabili possano aggregarsi. Dov’è, allora, la truffa. Perché scontrarsi? Si parte e si corre insieme, alcuni arrivano, altri no". Saverio Congedo (An) "Non c’è strappo, non è una legge di stampo autoritario. Si è sentito questo, ma avrei preferito sentire parlare l’opposizione di progetti alternativi, di programmi, di scelte sui problemi e sulle esigenze principali della Puglia. La legge elettorale va approvata per dare un senso compiuto al processo di riforma avviato con lo Statuto regionale adottato da questa Regione. E proprio per garantire la piena adesione ai principi statutari, l’abolizione del listino va nella direzione di dare più spazio ai cittadini e meno potere ai partiti. Lo sbarramento resta il nodo politico più ostico, ma è una norma che serve a semplificare il quadro politico, a garantire la governabilità, ad avere effetti positivi sull’azione amministrativa. E qui vedo contraddizioni nella Gad, non è una previsione legislativa campata in aria, è norma di carattere nazionale e di livello europeo. Quanto al ritardo con cui si arriva in Consiglio, se c’è stato non è da imputare solo alla maggioranza, mi spiace ricordare che la commissione affari istituzionali è guidata da un esponente del centrosinistra". (fel) Alfonso Pisicchio (Rinnovamento Puglia) ha ribadito la sua posizione. No alla soglia di sbarramento per le liste, si alla istituzione del sesto collegio provinciale che coincide con la sesta provincia, si al consiglio unico regionale, inserimento della parità di accesso per i generi. "Il nodo cruciale della riforma elettorale – secondo Pisicchio – è proprio lo sbarramento che qualcuno vorrebbe e invoca per semplificare il quadro politico come se la presenza di piccole liste potesse in qualche modo essere fastidiosa. Questo è un tentativo di cancellare esperienze politiche storiche importantissime".

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