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Considerazioni ANCI Puglia sull’AQP: la gestione è negativa

Data: 29/06/2005 - Ora: 08:45
Categoria: Politica

"Il bilancio dell’AQP occulta la reale situazione patrimoniale della società"

È aperta da tempo una discussione fra le forze politiche, economiche e sociali sull’Acquedotto Pugliese, diventata più serrata in concomitanza dell’assemblea per l’approvazione del bilancio relativo al 2004 e alla scadenza dell’Amministratore unico. Tutti si sono arrovellati a proporre soluzioni per l’AQP, nessuno si è preoccupato di conoscere e tantomeno capire cosa pensano i Comuni pugliesi che sono i titolari del principale prodotto dell’Acquedotto, il Servizio Idrico Integrato! Nessun commentatore, nessun politico, nessun economista si è chiesto come i Comuni si comporteranno pur essendo essi, attraverso l’Ato, il principale committente, se non l’unico, dell’AQP. Noi come ANCI Puglia vorremmo sommessamente, esprimere alcune considerazioni da parte dei Comuni titolari del Servizio Idrico Integrato. In questi giorni si discute sul bilancio di esercizio 2004 e la discussione si incentra essenzialmente sul mero risultato d’esercizio. Le decantate sorti del bilancio dell’Acquedotto pugliese stanno ancora una volta occultando la realtà di questo pachiderma e le occasioni mancate che ha rappresentato per la Puglia e per i pugliesi. L’attuale gestione in scadenza non solo non ha migliorato le performance sociali ed industriali dell’AQP ma, se possibile, ha fornito solo la foglia di fico per la copertura della reale situazione, per quanto patinato possa essere il bilancio presentato. Anche quando è stato certificato, il bilancio dell’AQP occulta la reale situazione patrimoniale della società. Infatti sia le legge Galli che la convenzione per la gestione del Servizio Idrico Integrato per l’intera Puglia, dispongono chiaramente che con le reti il gestore (AQP) si assume anche le passività patrimoniali e i debiti contratti per la costruzione delle stesse, in quanto nella composizione della tariffa che il cittadino paga per il servizio di acqua, fogna e depurazione sono contenute anche le spese per la costruzione delle reti e degli impianti oltre che per la gestione, manutenzione e ammodernamento. In altre parole tutti i debiti residui dei mutui che i Comuni hanno sopportato e le rate connesse per la realizzazione di reti di acqua, fogna e depurazione sono per legge e per contratto a carico dell’AQP, che è stato già diffidato dall’ATO per l’assunzione effettiva delle passività dei Comuni per la realizzazione di rete ed impianti per il SII. E’ una situazione al limite della illegalità che vede ancora i Comuni e cittadini pagare due volte - i mutui e la tariffa piena - e l’AQP nascondere nei suoi bilanci, anche quelli certificati, centinaia di milioni di euro di debiti verso i Comuni. Non è l’unico aspetto di una situazione pre-fallimentare. Vi sono altre esposizioni potenziali vicine ad esplodere: Gli obblighi di risanamento e sicurezza delle reti sono inevasi, anche nei casi in cui i tubi contengono amianto: nessuna riserva di bilancio a fronte di queste obbligazioni; La tariffa prevista non è stata approvata dall’Ato e non è legittima; Gli obblighi per investimenti in opere da effettuare, con copertura finanziaria nelle tariffe già incassate, non hanno rappresentazione contabile mentre da anni le città aspettano le nuove reti e i risanamenti. Centinaia di milioni di euro che il POR ha affidato all’AQP, contro il parere dei Comuni, non hanno prodotto dopo tre anni neanche le progettazioni e non è noto come farà a cofinanziare tali interventi, mentre la situazione idrica e ambientale delle città peggiora; Quasi tutti i depuratori gestiti da AQP non sono a norma nonostante gli investimenti pubblici per il risanamento, e sono ogni giorni di più a rischio chiusura; La concessione del servizio stesso è a rischio, visto che l’AQP è gia stato messo in mora con delibera dell’Ato per ripetuti e plurimi inadempimenti della convenzione. Quanto vale l’AQP senza la concessione del Servizio Idrico Integrato? E quante sono le penali che già oggi deve corrispondere? La discussione in corso sulla guida dell’AQP è ancora al di sotto delle necessità della Puglia e della reale situazione del sistema idrico. È opportuno che il nuovo governo regionale, azionista unico dell’AQP, conosca le questioni in tutta la loro profondità e discuta con i titolari del sistema idrico integrato: i Comuni e le comunità pugliesi, senza le quali l’AQP è solo una scatola vuota e forse dannosa. Tale confronto e tali analisi devono precedere la discussione, che rischia di essere già vecchia, sui nomi dei manager o dei dirigenti nuovi dell’AQP. Le proposte ci sono da tempo (proposte ANCI - PUGLIA 2002), anche se inascoltate, le ripetiamo brevemente: partecipazione dei Comuni al capitale dell’AQP mediante conferimento delle reti e\o degli impianti e di 1 euro per abitante; trasformazione di fatto dell’AQP in una multiutilities dei Comuni con possibilità di conferimento di ulteriori servizi (energia, rifiuti, servizi a rete) anche mediante acquisizione o conferimento di aziende comunali già operanti, e con possibilità di accedere a mutui con la Cassa Depositi e Prestiti o altri istituti, con fideiussioni dei Comuni; allungamento della concessione Servizio Idrico Integrato. Questo, nella prospettiva di avere anche in Puglia un soggetto economico nei servizi pubblici locali in grado, oltre che di assicurare servizi efficaci ed efficienti, anche di competere sul mercato nazionale ed internazionale, in analogia con quanto realizzato in gran parte delle regioni del Centro Nord (vedi Hera, ecc). Una svolta profonda tra governo regionale e comunità pugliese può essere caratterizzata da un nuovo confronto e da nuove scelte su queste materie: le questioni del potere interno all’AQP, per quanto anagraficamente nuovi siano i nomi, non possono che portare alle vecchie cose.

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