"Il controllo del tempo" è il suo scritto inedito
Durante una cerimonia che si è svolta sabato 27 settembre, a partire dalle 18,30, nell'atrio del Palazzo dei Celestini ("..ringrazio gli architetti che ci hanno lasciato questo luogo così bello"), è stato consegnato ad Antonio Tabucchi il Premio Salento 2003, seconda edizione del "nuovo corso" fortemente voluto dall'Amministrazione Provinciale di Lecce.
In una breve introduzione, il direttore Roberto Cotroneo si è soffermato a parlare della curiosità ed eccentricità del premio, dell'idea di legarlo ad uno scritto che venga pensato apposta per essere letto nella stessa sede dell'attribuzione e vada "a chi ha qualcosa da dire nel mondo".
E "il Salento è una terra di cultura che dialoga col mondo"; così, poco prima, aveva concluso la sua bella prolusione il Presidente Ria dopo aver riflettuto sul letterato Tabucchi, sulla sua scrittura sobria ed elegante, capace di scavare a fondo nell'anima dei personaggi nei quali fluisce il senso della Storia; sulla sua scrittura come letterarietà del quotidiano; sulla sua umanità che è "rimando costante al bisogno di senso", è "ascoltare il suono dell'anima, la ritmica dell'anima dove si alternano i pieni e i vuoti". Tabucchi, aveva ancora detto Ria, appartiene ad una generazione di scrittori, quella che ha scelto l'impegno della cultura, l'impegno civile attraverso la letteratura. Tabucchi è l'intellettuale che ha scelto di intrecciare letteratura ed impegno nelle vicende politiche internazionali.
"Ringrazio gli architetti che ci hanno lasciato un luogo così bello. Parlerò del Tempo e dedicherò questa mia lettura a Vittorio Bodini, un maestro che non ho conosciuto in vita ma solo come grande poeta e traduttore. Penso alla sua versione del "Don Chisciotte"; a mio parere è la più bella che sia mai stata scritta." Nel modo asciutto e sobrio che gli è congeniale, lo scrittore pisano, raffinato lusitanista, autore e giornalista di respiro europeo, così ha esordito proseguendo con la lettura del suo saggio inedito "Il controllo del tempo" che ha coinvolto il pubblico in una tensione rara.
Partendo da una citazione di Keynes "L'inevitabile non accade mai, l'inatteso sempre", Tabucchi nel suo scritto riflette sul Tempo (gli scienziati non sono mai riusciti a definirlo esattamente; il tempo è relativo, non è reversibile; abbiamo imparato a prendergli le misure ma non ne conosciamo il volto; bei tempi, tempi duri, tempo da cani, tempo perduto, tempo ritrovato, memoria, nostalgia; tutta la nostra vita nel tempo); sulla Storia (gli avvenimenti non sono il tempo ma sono nel tempo; la Storia non è il tempo ma è nel tempo); su una certa calendarizzazione degli eventi escogitata dall'uomo (il Termidoro, il calendario di Stalin, di Ceausescu, di Mussolini) fino a giungere all'11 settembre e a tanti altri momenti della Storia ritenuti anni zero, sulle bombe lasciate cadere su Hiroshima e Nagasaki, sui genocidi e sui momenti in cui sembrava veramente che la Storia dovesse cominciare di nuovo.
Tabucchi ha, quindi, dialogato con la giuria e con il pubblico dando vita ad un seminario di altissimo livello i cui momenti più significativi ed intensi si riferiscono al raccontare che è una forma di dare una struttura alla vita. Avere coscienza di sé è raccontare noi stessi a noi stessi. Non esiste una storia totalmente obiettiva. Ci sono tante verità. Meglio, la verità è unica e le menzogne sono tante. L'unico metro di giudizio che possiamo avere è la Carta dei Diritti Umani: ci consente di fare lo sfoltimento di menzogne. La letteratura deve essere lontana dal tempo che racconta, altrimenti è cronaca. Qualcuno mette in guardia dai paradigmi forti e Tabucchi. "Ho paura del relativismo assoluto. Esempio: sono ateo ma ho bisogno dei comandamenti"
Sulle note di Casella e Scarlatti, magistralmente eseguite dal piano di Andrea Padova, la serata si è conclusa con un appuntamento ideale del pubblico alla prossima edizione e all'uscita molto attesa dei Quaderni del Premio, i primi due, ci si augura, di una lunga preziosa serie da collezionare.
29 settembre 2003
Autore: Luciana Pisanello