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Data: 27/03/2003 - Ora: 09:00
Categoria:
Cultura
Gli obiettivi di medio periodo che ci si era
posti erano:
• allargamento della formazione tecnica di base con la Laurea di primo livello che garantisse una durata reale molto
vicina a quella nominale e fosse capace di aumentare il numero di laureati. I primi effetti dell’applicazione della
riforma indicano che il tasso di abbandono degli studenti di Ingegneria tende a ridursi in maniera significativa;
• focalizzazione degli sforzi formativi sui due livelli successivi alla Laurea con l’obiettivo, in particolare, di
mettere a disposizione del sistema economico nazionale laureati di secondo livello e Dottori di Ricerca capaci di
irrobustirne le capacità di ricerca e innovazione.
L’ingegneria rappresenta la fonte primaria per l’innovazione tecnologica nel nostro Paese. I dati più recenti sugli iscritti
alle Facoltà di Ingegneria, che rappresentano il fondamentale e unico canale formativo per gli ingegneri, corrispondono
all’incremento delle esigenze, in termini sia qualitativi che quantitativi, dell’uso di metodologie e tecniche innovative.
Nonostante il significativo incremento di studenti, in parte dovuto alla rapida attuazione della recente riforma, è ben
noto che in Italia l’alta formazione tecnica non riesce a raggiungere i valori di cifre analoghe negli altri paesi. Peraltro,
le esigenze italiane sono in forte crescita, come testimoniato dall’elevato tasso di assunzione dei laureati italiani e dalle
richieste inevase. Si consideri, inoltre, la crescente richiesta di personale laureato che le PMI cominciano a fare per il
rafforzamento della propria struttura tecnica ed organizzativa.
I recenti interventi della finanziaria hanno sollevato un profondo disagio e pongono serie difficoltà alla realizzazione
della riforma, specialmente con riferimento ai seguenti punti:
• alcuni meccanismi di contenimento della spesa, peraltro non in linea con l’autonomia, pongono in serio rischio i
progetti di realizzazione della riforma che sono in atto presso tutte le Facoltà e che richiederebbero, come più
volte riconosciuto in autorevoli consessi istituzionali, un considerevole incremento di risorse finanziarie. In
particolare, il divieto di assunzioni per il 2003 non consentirà l’adeguamento delle risorse per la didattica alle
esigenze del nuovo ordinamento. Di particolare importanza appare nel provvedimento il blocco del reclutamento
di risorse nuove, al di là dei pur significativi avanzamenti di carriera. Il tetto alla spesa relativa ai contratti
costituirà un ulteriore elemento negativo per le Università che, in linea con gli indirizzi generali, usano questo
strumento per il reperimento di risorse esterne di elevata professionalità, sia per il supporto alla didattica, sia per
l’erogazione di servizi agli studenti;
• il taglio/riduzione ai fondi per la ricerca applicata industriale (legge 46 e sue modificazioni) rischia di bloccare i
timidi passi fatti dall’industria nazionale (in particolare PMI) nella direzione di impiegare risorse formate ad alto
livello (dottori di ricerca) nella conduzione/esecuzione di progetti di ricerca applicata. Si rischia di vanificare il
tentativo di introdurre nel mercato del lavoro personale altamente qualificato per la ricerca industriale, relegando
una quota dei dottori di ricerca al puro ricambio del personale docente delle Università e lasciando la quota
preponderante ad un mercato con modesta domanda di risorse pregiate. La mancata stimolazione dell’attività di
ricerca applicata rappresenta, strategicamente nello scenario dei prossimi anni, un preoccupante fattore di perdita
di competitività del sistema produttivo e declino del sistema industriale.
Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Ingegneria Italiane
In considerazione dei punti richiamati sopra, la Conferenza dei Presidi delle Facoltà di Ingegneria esprime viva
preoccupazione, soprattutto in riferimento all’impossibilità di mantenere seriamente gli impegni assunti nei confronti
degli studenti nel predisporre un’offerta formativa e modalità di erogazione della didattica coerenti con il dettato e lo
spirito della riforma. Il blocco delle assunzioni, peraltro già programmate, appare incompatibile con la programmazione
didattica e in particolare con l’attivazione dei corsi di studio di nuovo ordinamento, incluse le Lauree Specialistiche
appena avviate.
La Conferenza auspica, da parte degli organi istituzionali competenti e da tutte le componenti della società, sensibilità
ed attenzione ai problemi del sistema universitario, il cui ruolo nella formazione e nella ricerca assume, a maggior
ragione in momenti di difficoltà economica, una valenza strategica e decisiva per il rilancio dell’economia e della
competitività, e per la crescita del Paese.
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