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Condono edilizio: dichiarazione del Presidente Fitto

Data: 13/10/2003 - Ora: 10:44
Categoria: Politica

La Puglia aderisce al condono a differenza di altre regioni

In ordine alla tematica del "Condono" il Presidente della Regione, Raffaele Fitto, ha rilasciato la seguente dichiarazione: "La Legge Finanziaria di quest’anno ripropone il condono edilizio, di fatto riaprendo i termini di analoghi provvedimenti emessi nel 1985 e nel 1994. Una ridda di polemiche, in buona parte pretestuose, si è accesa sull’argomento lasciando in ombra alcune questioni rilevanti. La prima è che questo condono consentirà una ricognizione esatta e definitiva dello stato del territorio. La seconda è che dal condono sono escluse tutte le zone sottoposte a vincoli statali e regionali di carattere storico, artistico, architettonico, archeologico, paesistico, ambientale e idrogeologico e, comunque con vincoli di difesa delle coste, dei laghi e dei fiumi. Molti dei tanto sbandierati ricorsi alla Corte Costituzionale da parte di alcune regioni rischiano di essere un inutile fuoco di sbarramento dispiegato prima che si possa discutere nel merito e quindi con fondamento. Un argomento tanto delicato richiede meno demagogia e più accorte valutazioni. Infatti, la Regione Puglia, alla luce della Sentenza n. 303 del 1 Ottobre 2003 della Corte Costituzionale, ritiene di dover esercitare fino in fondo le proprie prerogative, intervenendo nel processo attuativo della Legge. A questo fine è allo studio un disegno di legge regionale per una riduzione dei termini di presentazione delle domande di condono. Infatti, stante le attuali difficoltà di monitoraggio del territorio, un termine tanto lungo (31 / 3 / 2004) potrebbe comportare una ulteriore crescita degli abusi. La Regione Puglia sta anche valutando un’ulteriore estensione dell’inapplicabilità del condono alle zone ritenute comunque meritevoli di tutela dai piani regionali. Si ritiene inoltre possibile che all’oblazione già prevista si aggiunga un’ulteriore aliquota da assegnare ai comuni, vincolata al recupero dei beni paesaggistici, storici, archeologici e, in ogni caso, a quei beni meritevoli di tutela e restauro. Le maggiori risorse comunque destinate ai comuni potrebbero anche essere impiegate per migliorare l’attività di vigilanza e controllo sul territorio per evitare il ripetersi di nuovi abusi. Pensiamo infatti all’applicazione delle nuove tecnologie (ad esempio le reti di monitoraggio satellitare) applicate alla tutela del territorio. Nel rispetto delle prerogative e delle attribuzioni istituzionali riteniamo che tutto ciò rientri in una corretta applicazione del federalismo che prevede, in materia di legislazione concorrente, l’intervento delle Regioni a tutela e per la salvaguardia degli interessi locali."

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