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Coldiretti, in pericolo il latte pugliese

Data: 21/02/2003 - Ora: 09:30
Categoria: Economia

Difendiamo il latte pugliese. E’ l’allarme che ha lanciato la Coldiretti di Puglia contro il rischio d’importazioni massicce di latte dall’estero. Si sta verificando, infatti, la diffusione sul mercato pugliese di una enorme quantità di latte spacciato per italiano ma proveniente da altri paesi comunitari ed extracomunitari. Il fenomeno riguarda soprattutto il latte ad uso alimentare, ma anche i prodotti lattiero caesari (formaggi, yogurt, mozzarelle). Il latte importato diventerebbe italiano dopo il confenzionamento e la trasformazione industriale, sfruttando l’immagine delle zone tradizionali d’allevamento.

In questo modo i consumatori sarebbero stati ingannati. La diffusione di latte estero, peraltro, giunge in un momento di crisi economica e di mercato del settore zootecnico pugliese causato dal blocco della movimentazione degli animali sensibili alla Blue Tongue (febbre catarrale), che dura da oltre un anno, ed alla perdurante siccità che non ha reso disponibili il foraggio ed il pascolo per l’alimentazione del bestiame. Contro questi rischi il Presidente della Coldiretti Puglia, Stefano Genco «ritiene necessaria l’introduzione dell’etichettatura obbligatoria, così com’è avvenuto per i prodotti ortofrutticoli e la carne bovina, e la creazione di un comparto forte che coinvolga tutti gli addetti. L’obiettivo è quello di tutelare e promuovere la produzione lattiero-casearia regionale. Si rende improcrastinabile la definizione di regole che impongano la garanzia dell’origine obbligatoria del prodotto con una chiara e trasparente indicazione sull’etichetta per evitare ogni tipo di sofosticazione. E’ indispensabile anche l’avvio dei rapporti di filiera che interessino i produttori e gli addetti alla trasformazione e commercializzazione».
I numeri del sistema zootecnico pugliese La Coldiretti per tutelare i prodotti ha reso noto i primati della zootecnia pugliese. Le aziende del settore, infatti, sono 7.000 ed il numero di capi raggiunge quota 738.000 (200.000 bovini, 500.000 tra ovini e caprini, 20.000 equini, 10.000 suni e 8.000 bufalini) con un numero di addetti occupati di 20.000 unità. La produzione di latte ammonta a 3 milioni di quintali con un fatturato di 500.000.

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