Numeri da capogiro a fronte di uno scempio ambientale
Stop alle centrali eoliche in Puglia fino a quando non sarà definito il Piano Energetico Regionale. E’ la richiesta ribadita dalla Coldiretti Puglia nel corso dell’incontro odierno con l’assessore regionale all’Agricoltura, Vincenzo Russo e, in una lettera, all’assessore regionale all’Ambiente, Michele Losappio, dichiaratosi pronto a redigere un Piano Regionale nel quale far confluire tutte gli insediamenti (anche quelli che nel frattempo hanno ricevuto visti e permessi) al fine di valutarne gli effetti cumulativi.
"La Coldiretti di Puglia aveva dichiarato – sottolinea il direttore della Coldiretti Puglia, Giuseppe Brillante - i propri dubbi sull’ipotesi di sovvenzionare con le risorse del FSR i parchi eolici, soprattutto nelle zone di particolare pregio ambientale, esprimendosi a favore degli impianti fotovoltaici, al fine di evitare "foreste di pali eolici" che avrebbero sicuramente compromesso la sostenibilità ambientale nelle aree protette, nei territori storico-monumentali e nelle zone ad elevata presenza di imprese agro-silvo-pastorali. La genuinità e la salubrità dei prodotti regionali tipici di qualità sarà inevitabilmente compromessa dall’impatto ambientale negativo degli impianti eolici sul territorio , al punto che non risulteranno più appetibili e ricollegabili alla bellezza e alla naturalità dei luoghi di origine. Non da ultimo, nel febbraio 2005 abbiamo presentato, unitamente alle associazioni degli ambientalisti, un documento alla giunta regionale in denunciavamo la situazione, allegando un dossier fotografico realizzato da Coldiretti e dal Comitato Nazionale del Paesaggio".
Punto di partenza imprescindibile sono i numeri: fino al 2002 sono state realizzate centrali eoliche, tutte nel foggiano, per un totale di 377 torri per una potenza complessiva di 220 Mw installati e senza alcuna valutazione di carattere ambientale. Non è finita qui: dal 2002 al 2004 sono stati proposti ai Comuni pugliesi altri 37 progetti per centrali eoliche per non meno di ulteriori 700 torri e non è dato sapere quanti altri progetti siano, in realtà, stati presentati direttamente alla Regione Puglia. Per non parlare dei conti economici: per il solo bando 2002 della legge 488/92 – per il solo settore industriale e nella sola Puglia - le società eoliche sono state riconosciute beneficiare di fondi pubblici per 52.735.000 euro, senza alcun riscontro occupazionale per la regione. Presentate, tra l’altro, istanze per centinaia e centinaia di aereogeneratori nel Salento, a Cerignola, ad Ascoli Satriano, a Serracapriola, a Lucera, nella Murgia, nell’arco jonico e sul gargano.
"Esistono dei casi emblematici – ha ribadito il direttore Brillante – in cui lo scempio perpetrato o che si appresta ad esserlo è di tale rilevanza e gravità da modificare in maniera radicale e sconcertante il contesto ambientale, minando i valori più specifici del paesaggio antico, rurale e naturale. Siamo convinti che la questione energetica non vada affrontata e risolta con provvedimenti "spot", ma piuttosto necessiti di una programmazione seria e di medio-lungo periodo, in modo da valutare gli effetti complessivi che la produzione di energia riveste per le categorie produttive, per i consumatori, per le popolazioni residenti sui territori investiti dalle necessarie scelte di politica economica e per l’ambiente ed il paesaggio".