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Coldiretti Puglia: Il piano di tutela delle acque va sospeso

Data: 25/01/2008 - Ora: 09:19
Categoria: Economia

L'assessore Introna convoca un tavolo tecnico ad hoc

La Coldiretti Puglia ribadisce il suo secco ‘no' al Piano di Tutela delle Acque della Regione e l'Assessore alle Opere Pubbliche convoca un tavolo tecnico ad hoc per l'11 febbraio prossimo, a cui parteciperanno, oltre alle Organizzazioni Professionali Agricole, gli uffici tecnici della Regione. Intanto, il 5 marzo prossimo si terrà l'udienza per il ricorso al TAR presentato dalla Coldiretti Puglia già ad ottobre. "Il ricorso al TAR è stata una scelta obbligata – ha spiegato il Presidente della Coldiretti Puglia, Pietro Salcuni - per contrastare quella che si configura come una vera e propria beffa ai danni del settore agricolo pugliese. La prolungata e ricorrente siccità, sommata a già avanzati processi di salinizzazione delle falde freatiche di interi territori agricoli, non può essere affrontata con provvedimenti deleteri, quali il blocco delle concessioni irrigue e dei trasferimenti delle stesse". Le misure restrittive contenute nel Piano comporterebbero, infatti, la chiusura di molte attività agricole esistenti, causando in Puglia la regressione di colture irrigue ad alto rendimento economico in colture non irrigue, in particolare su vaste aree delle province di Bari, Taranto e Foggia.

"Meglio sarebbe – ha aggiunto il Direttore della Coldiretti Puglia, Antonio De Concilio, consegnando all'Assessore al ramo un dettagliato documento sull'argomento - prevedere prima soluzioni che consentano lo sfruttamento di risorse alternative o incentivino il risparmio in modo virtuoso, individuando strumenti per il riuso delle acque o per gli usi plurimi". Per questo la Coldiretti Puglia ha chiesto l'adozione di un provvedimento di sospensione e conseguente modifica delle stesse norme di salvaguardia che rischierebbero di penalizzare irreversibilmente intere filiere produttive agricole, agroalimentari ed agroindustriali, con grave nocumento per i livelli occupazionali e per il tessuto socio-economico di vasti comprensori del territorio regionale. L'attuazione immediata senza un opportuna razionalizzazione nell'utilizzo della risorsa idrica comporterebbe, infatti, la trasformazione di una vastissima superficie di terreni da irrigui a non irrigui, interessando circa l'80% dell'intera superficie produttiva di ampie aree della Capitanata - intervenendo su circa la metà dei Comuni di Cerignola, Manfredonia, Foggia, Orta Nova, sulla quasi intera estensione del Comune di Carapelle e Lesina – della provincia di Taranto su Laterza, Mottola, Massafra, Ginosa e Martina Franca, e della provincia di Bari, in particolare su Andria, Canosa, Terlizzi ed il sud barese. Un numero di utenze interessate pari a ben oltre 10.000 pozzi solo di tipo irriguo senza contare le utenze di tipo industriale zootecnico, tutte in attesa del rilascio del provvedimento di concessione.

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