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Circolo cittadino di Lecce, Mariano del Mdc: un uso improprio, anacronistico ed elitario di una struttura di tutti

Data: 08/01/2007 - Ora: 10:02
Categoria: Cronaca

Riceviamo e pubblichiamo

Tanti anni fa, ero ancora studente al liceo Palmieri, sono entrato nei locali del circolo cittadino perché vi avevano organizzato un veglione. Se ben ricordo vi era un'ampia sala piena di specchi, un bel cortile-giardino e tante piccole stanzette ben arredate.
La frequentazione di quel luogo era a me inibita dal giudizio di mio padre che, per la cultura cattolica di cui era portatore, lo considerava posto in cui la "Lecce bene" si andava a giocare a carte patrimoni. L'ho sempre considerato zona off limit anche perché, per quanto mi diceva mio padre, pare che si giocasse nelle stanze a primo piano e che nella portineria, nel caso di intervento delle forze dell'ordine, vi fosse un campanello per permettere ai giocatori di far sparire per tempo carte e puntate.
Nel mio immaginario giovanile ed in quello di moltissimi leccesi della mia generazione il circolo cittadino era una bisca, luogo elegante e ben frequentato, ma pur sempre una bisca anche se di tanto in tanto vi si organizzavano corsi di bridge.e qualche altra sporadica iniziativa.
Non ho informazioni su eventuali evoluzioni del circolo che apprendo essere attualmente presieduto dall'avv. Gino Starace, persona per bene, a me particolarmente simpatica e che stimo per le sue capacità umane e professionali. Non sono, per mia natura, un bacchettone ma sento ancora quel luogo come qualcosa di estraneo e non fruibile dalla gente semplice o dall'intellighenzia che non ami il gioco delle carte.
Non so se vi si pratichi ancora il gioco d'azzardo e, comunque, questo sarebbe affare non mio, ma degli organi di polizia e non avrei nulla da dire se quel luogo fosse di proprietà privata.
Quel luogo, però, è di proprietà pubblica e nessuno riuscirà a convincermi che i posti più belli debbano essere riservati alla "Lecce bene" e non possano essere fruiti e goduti da tutti i leccesi.

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