Carlo Azeglio Ciampi scende in campo per contribuire al disgelo tra le parti sociali. All' inizio di una settimana decisiva per riannodare i fili del dialogo tra governo, sindacati e Confindustria il Capo dello Stato - che nel luglio del 1993 fu il "padre" delle intese sulla concertazione - ha deciso di incontrare Cgil- Cisl-Uil e Confindustria. Si tratterà di incontri separati: oggi pomeriggio vedrà Sergio D'Antoni e Pietro Larizza; domani Sergio Cofferati e giovedì il leader della Confindustria Giorgio Fossa e i responsabili delle altre organizzazioni imprenditoriali dagli artigiani ai commercianti. Un comunicato del Quirinale si limita a spiegare che Ciampi dopo aver visto i partiti avvierà "un ciclo di incontri con i rappresentanti delle parti sociali". Ma è facile intravedere nell'iniziativa del Colle la volontà di rilanciare la pratica della concertazione in crisi dopo lo strappo tra governo e sindacati sulle pensioni; le accuse di D'Antoni rivolte all'esecutivo di atteggiamento antisindacale; e le sollecitazioni di Fossa al governo di agire sulle pensioni a prescindere da Cgil-Cisl-Uil. (MN)

L'iniziativa del Colle cade nel pieno di una settimana che si annuncia decisiva per la ripresa del dialogo in vista della riforma del Welfare State. Oggi, per la prima volta dopo l'omicidio di Massimo D'Antona che presiedeva l'organismo, torna a riunirsi il comitato di attuazione del patto sociale la cui presidenza è stata affidata dal ministro del Lavoro Cesare Salvi al sottosegretario Luigi Viviani.
Il tavolo di oggi servirà per una prima ricognizione sull'attuazione del Patto di Natale che giovedì sarà oggetto del vertice tra D'Alema e i tre segretari confederali. Il governo intende comunque portare al tavolo l'impegno su tre provvedimenti: l'applicazione della direttiva sui "Comitati aziendali europei"; lo sblocco del decreto sul part time lungo; e i congedi parentali.
Segnali di pace che si aggiungono al varo, nei giorni scorsi, degli sconti Irpef per gli affittuari; dei 1.300 miliardi dell'Inail per la sicurezza sul lavoro; e della firma, domani, dell'ormai celebre "masterplan" che prevede l'investimento di 6.500 miliardi aggiuntivi fin dalla prossima Finanziaria per la formazione. A questi segnali si aggiungono le avances del ministro del Tesoro Amato che ha annunciato un piano per incentivare l'uso dei computer e di Internet per i giovani con prestiti a tasso zero.
La diffidenza dei sindacati, reduci del duro confronto durante i giorni del varo del Dpef, resta tuttavia elevata e di questo clima risentono le reazioni di ieri. "Ci auguriamo che il confronto con il governo parta subito in modo costruttivo perché il tempo dei salotti e delle tavole rotonde è finito", ha detto Walter Cerfeda della Cgil. "Se non mettono sul tavolo le pensioni i rapporti saranno buoni. Se lo fanno lo scontro sarà fortissimo", ha minacciato Sergio D' Antoni ieri ad un convegno della Luiss secondo il quale sulle previdenza non si possono ipotizzare "scambi".
"Se invece - ha aggiunto - parleremo dell'attuazione del Patto di Natale allora andrà bene. Lì ci sono cose concrete: la formazione, gli investimenti pubblici, il costo del lavoro in rapporto alla carbon tax e il fisco in rapporto alla lotta all'evasione".