Per l' omicidio volontario aggravato del contrabbandiere, Forleo fu arrestato il 23 novembre del '98 quando ricopriva l'incarico di questore di Milano
Per l'ex questore di Brindisi Francesco Forleo, accusato di aver ucciso il contrabbandiere di sigarette Vito Ferrarese, nella notte tra il 13 ed il 14 giugno '95, nel corso di una operazione di polizia al largo di Brindisi, il pubblico ministero ha chiesto una condanna a 14 anni e quattro mesi di reclusione e un milione di euro di multa per omicidio volontario. E' stata considerata l'ipotesi attenuata del dolo eventuale.
Per l' omicidio volontario aggravato del contrabbandiere, Forleo fu arrestato il 23 novembre del '98 quando ricopriva l'incarico di questore di Milano. Nel formulare la sua richiesta conclusiva il pm ha ritenuto Forleo concorrente e istigatore dell'omicidio e anche responsabile di non aver impedito l'uccisione come capo dell'operazione di Polizia in corso.
L'uccisione di Ferrarese avvenne mentre l'equipaggio di un elicottero della polizia inseguiva il motoscafo sul quale l'uomo si trovava. Sulelicottero c'erano, fra gli altri, Forleo, il vicequestore, Pietro Antonacci, e l' llora capo della squadra mobile, Giorgio Oliva. Questi è poi diventato il principale accusatore dell'ex questore.
Parlando dell' operazione di polizia che causò la morte di Ferrarese, il pm ha detto che fu una spedizione di "inaudita ferocia", condotta con una "leggerezza eccezionale" e maturata in un contesto di "illiceità aggravata". Quella notte Forleo - ha ripercorso il pm - "aprì i portelloni dell' elicottero con le proprie mani e decise di intraprendere l'azione di fuoco", contro lo scafo in fuga sul quale si trovava Ferrarese, e sul quale non c'erano armi da fuoco. Forleo - secondo l'accusa - fu il primo a sparare colpi di pistola contro il motoscafo, poì lancio gli ordigni che aveva a disposizione. Usò - secondo il pm - prima la sua pistola d'ordinanza e, una volta esaurito il caricatore, si fece consegnare la pistola di Oliva.
Il magistrato è poi passato ad esaminare la presunta operazione di depistaggio messa in atto da Forleo e da altri poliziotti imputati per garantirsi l'impunità. Tra le ipotesi di depistaggio, oltre ai numerosi falsi contestati e alla mitraglietta nascosta dopo i fatti sullo scafo di Ferrarese, il pm ha ipotizzato anche che l'arma del delitto non sia mai stata consegnata dai poliziotti, quindi, periziata. E ha detto che "le bombe usate nell' inseguimento furono sottratte clandestinamente dall'armeria della Questura". "Questo - ha sottolineato - è stato l'approccio a questa orribile vicenda in cui tutto è stato falsificato, forse anche le fotografie scattate quella notte"