Tra i feretri, disposti al centro della chiesa, spicca la piccola bara bianca di Chiara Aquaro che ha sopra un cagnolino di peluche. Vicino ci sono le bare della mamma, Betty Aquaro, della sua amica Carmela Amoruso, di Isabella Ruta e Barbara Baldacci. Per tutta la notte migliaia di persone hanno reso omaggio alle bare. Una folla che, composta e silenziosa, gremisce la chiesa madre Madonna della Neve. "Preghiamo per i sopravvissuti, i dispersi e i parenti segnati dal dolore perché il nostro sguardo diventi più limpido". La cattedrale di Bari è gremita quando monsignor Francesco Cacucci, inizia l'omelia per le cinque vittime baresi dell'incidente aereo avvenuto venerdì nel mare davanti a Palermo. "Ci si chiede - dice monsignor Cacucci - perché tanto dolore soprattutto quando la morte giunge improvvisa. La risposta può venire dalle parole di Giobbe a termine del suo pellegrinare: 'Signore ti conoscevo soltanto per sentito dire, adesso i miei occhi vedono il tuo volto'". "Questo evento - aggiunge il vescovo - ci aiuta a conoscere Dio, appunto, non più per sentito dire ma guardando il suo vero volto. Le vie di Dio sono le nostre vie. Senza il dolore, la morte, non possiamo comprendere appieno la vita". Il cardinale, poi, ricorda la preghiera che San Francesco d'Assisi rivolse a Gesù: "Due grazie io ti chiedo prima di morire. La prima è sentire nell' anima e nel corpo quel dolore che sostenesti nell'ora della tua acerba passione. La seconda è di sentire nel cuore quello straordinario amore di cui era acceso, tanto da sostenere volentieri una così grande passione per i tuoi peccatori". Alla fine un lungo applauso tributa l'ultimo saluto alle cinque bare. Davanti a tutte quella bianca della piccola Chiara.