Continuano le manifestazioni dell'Estate parabitana
Ventunoetrenta "Sister Act" in Piazza Terranova. Ventunoetrenta "Madrigale d'Estate" in Piazza Umberto I: due luoghi, due atmosfere, un solo incanto, quello di un piccolo paese salentino che si scopre all'improvviso un'anima votata da sempre all'arte in tutte le sue forme, un solo dispiacere, quello di dover fare una scelta.
Perché l'accavallamento?
Per ovvi motivi di impegni già presi e di tempi disponibili.
Parabita, però, è multiforme e i suoi cittadini fanno subito l'opzione più congeniale; ma molti a mezzanotte trasmigrano da Terranova ad Umberto I perché si sa che i poeti amano attendere l'alba.
"Sister Act", lo spettacolo con Theresa Thomason & The Sister, ha un suo pubblico, quello dei due esilaranti (omonimi) film da cui è stato tratto. La storia è nota: una cantante di casinò, per sfuggire ai gangsters che la vogliono morta, deve fingersi suora ed entrare in un convento, gettandolo nello scompiglio e scardinando le rigidissime regole imposte dalla madre superiora. L'inedita suora-cantante riesce, però, nel suo intento e trasforma le tristi funzioni domenicali in veri e propri show che attirano l'attenzione del pubblico e, alla fine, quella del papa stesso, che pare apprezzi il ritmo forsennato delle simpaticissime "sister". L'adattamento teatrale ripropone l'entusiasmo e la vitalità che Woopy Goldberg ha portato nell'interpretazione cinematografica vestendo i panni della simpatica svitata in abito da suora. L'obiettivo della Thomason, come della Goldberg nel film, è quello di insegnare alle stonatissime colleghe ad interpretare il gospel e quindi sfilano, una dopo l'altra, le più belle canzoni della colonna sonora del film, fino ad arrivare, in un entusiasmante crescendo che ha molto coinvolto il pubblico in piazza, ai successi gospel più tradizionali come "Oh Happy Day", "Hallelujah", "Joyful" e "We are one".
Theresa Thomason è una singer popolarissima negli Stati Uniti, superstar di Broadway, la cui voce è stata definita, dalla critica mondiale, un incrocio tra quella di Mahalia Jackson e di Whitney Houston. Dal gospel, al jazz, al rytym&blues, incidendo dischi e collezionando successi, la Thomason ha tenuto una lunga serie di spettacoli, ottenendo il tutto esaurito anche in molti paesi d'Europa, dalla Germania all'Austria, dall'Inghilterra alla Danimarca, riempiendo stadi con 50.000 spettatori.
Nella Piazza del Castello, intanto, si incontravano quaranta poeti per leggere le proprie composizioni su un tema suggerito, "Le strade a Mezzogiorno". Il Comune promuove. Luciano Provenzano è l'anima del progetto, sensibile poeta egli stesso. Ma la piazza si apre anche a chi vuole aggiungersi al gruppo. La scena è spoglia: un leggio con microfono e luce., uno scrittoio, due poltroncine, una zona verde con piante d'alloro, sulla destra il castello appena illuminato nelle sue architetture essenziali, alle spalle Palazzo Ravenna ormai scenografia di sfondo per le tante manifestazioni estive parabitane, in alternanza alla bella Chiesa di San Giovanni Battista che lo fronteggia.
Verso le due del mattino, quando si è più vicini all'alba, in quella piazza "dove il tempo è fermo e la notte è un profumo di caffè" sono solo i poeti, qualcuno ancora ne arriva con i suoi fogli in mano, qualcuno che vuole leggere i propri versi solo ad altri poeti e solo questi ad ascoltare.
Autore: Luciana Pisanello