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Data: 05/02/2009 - Ora: 09:47
Categoria:
Politica
Lettera aperta del primo cittadino al capo dell’opposizione
Il sindaco Paolo Perrone ha inviato una lettera aperta al capo dell'opposizione Antonio Rotundo chiedendo un gesto di responsabilità sulla vicenda della centrale a biomasse e invitandolo ad adoperarsi per far sì che il Consiglio comunale non resti privo della prerogativa di discutere e decidere sulla questione. "Caro Antonio - scrive il primo cittadino - sulla vicenda della centrale a biomasse, così come su ogni questione complicata che riguarda la città, credo che i leccesi aspettino da ognuno di noi responsabilità e chiarezza. Temo (e sento il dovere di ricordartelo amichevolmente) che il tuo atteggiamento in questo caso non si caratterizzi per coerenza e si arricchisca, il giorno dopo la mancata discussione in Consiglio comunale, di un discutibilissimo tentativo di spostare il tiro, che ovviamente ti sottrae ulteriore credibilità. Personalmente - continua il sindaco Paolo Perrone - sulla vicenda ho una posizione molto chiara. Sono contro l'insediamento della centrale. Intanto nel mio programma elettorale non c'è alcun riferimento alla prospettiva di insediamento di un impianto di questo tipo e, mi pare di ricordare, nemmeno nel tuo. Quel protocollo d'intesa a cui tu oggi strumentalmente ti aggrappi non reca la mia firma (perché ero assente) e quelle degli allora assessori Marti, Peyla e Liaci sono apposte su un documento assolutamente generico che non individua, ad esempio, il sito.
Alla centrale a biomasse io sono contrario e lo confermo senza mezzi termini. Sono convinto che una città d'arte come la nostra, a forte vocazione turistica, possa ben fare a meno di un impianto di questo tipo. Lecce non ha un comparto agricolo da riconvertire e soprattutto credo che sia assolutamente sbagliata la localizzazione della centrale su un terreno a pochi passi dai quartieri di San Pio, Casermette e Villa Convento. A tal proposito non credi appaia molto grave che tale localizzazione sia il frutto dell'impegno di un funzionario non legittimato ad individuare e stabilire il sito? Come possiamo ignorare il fatto che l'impianto debba sorgere a pochi metri da insediamenti abitativi, sottoposti quindi all'emissione perpetua dei fumi della struttura? Ed in generale come si fa a dotare di una centrale che brucia olio un territorio che da anni cerchiamo di veicolare per le sue bellezze storiche e naturalistiche? Qual è il vantaggio per i nostri concittadini? Caro Antonio, ho apprezzato qualche giorno fa la tua manifestazione di contrarietà all'insediamento (anche contro le direttive del tuo Partito), ma spiace che a questa non è seguito un gesto conseguente e coerente. Hai detto che preferivi i cittadini al Partito. Poi, con la richiesta di rinvio della discussione in Consiglio, hai certamente ricompattato il Pd, ma forse hai scordato i cittadini. Dove sta la coerenza? Serviva e serve da parte tua un gesto di responsabilità. Un atto trasparente e convinto che ti consenta di schierarti tra chi vuole o non vuole la centrale. La città deve capire da che parte stai e da che parte sta la parte politica che rappresenti.
Perché, in generale, l'argomento è tale da non consentirci di nasconderci e far decidere da chicchessia. Al di là delle convinzioni personali, comunque, io mi sono rimesso alla volontà generale dell'amministrazione comunale, espressa ovviamente attraverso una pronuncia del Consiglio, che ieri non c'è stata perché la tua pregiudiziale non lo ha permesso. Considero sacrosanto il passaggio in aula della discussione sulla centrale, ma adesso c'è il rischio che tu possa diventare lo strumento di una strategia tesa ad eludere le fondamentali prerogative del Consiglio e indirizzata a concretizzare l'insediamento, di fatto, attraverso altri percorsi.
Ti chiedo, chiedo a me stesso e a ciascun consigliere comunale, di assumerci tutti insieme la responsabilità di una scelta definitiva e chiara sulla vicenda. Di far seguire alla stessa gli atti dovuti e di fare in modo che il Consiglio comunale si appropri pienamente della possibilità di discutere prima e di decidere poi. Davanti alla città. Su una questione così delicata - ribadisce - noi non possiamo nasconderci e nessuno può decidere al posto nostro".
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