Alberto Cavasin non prevede alcuna rivoluzione nel suo Lecce, nonostante le due sconfitte consecutive in campionato (il 51 di quindici giorni fa a Roma e lo 02 di domenica con l'Atalanta). E nonostante quell'13 di mercoledì, contro il Messina in Coppa Italia, che i tifosi non sono ancora riusciti a mandare giù. "Non vedo perché dovrei rivoluzionare una formazione che domenica ha avuto la sfortuna di raccogliere molto meno di quanto seminato", dice Cavasin. I problemi restano, però, e i primi malumori stagionali della piazza leccese non contribuiscono certo a mascherarli. (La repubblica)

Uno dei grandi nodi di questa squadra resta la mancanza di un playmaker. Nel primo tempo contro l'Atalanta si sono visti addirittura tre giocatori di fascia (Balleri, Giorgetti e Tonetto) ad affiancare la coppia ConticchioPiangerelli. Un centrocampo di grandi cursori e grande quantità, senza dubbio, che difetta però di qualità e soprattutto di fantasia. Ovvero, quelle caratteristiche che Vugrinec (quando è in forma) riesce a colmare con il suo continuo e paziente lavoro di cucitura tra il centrocampo e Chevanton. L'avanzamento di Giacomazzi - una mossa decisiva a Piacenza, grazie anche al fattoresorpresa che l'ha accompagnata - ha sortito ben poco contro i bergamaschi. Finendo anzi per rimarcare un'altra lacuna di questa formazione: la mancanza di una valida alternativa in attacco, dove Cavasin è peraltro costretto a fare i conti con gli acciacchi di Cimirotic. Una lacuna che si fa sentire in maniera ancora più impietosa quando la squadra è costretta a rimontare, come è successo domenica, invece che giocare di rimessa puntando sullo straordinario dinamismo di Chevanton.