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Castello di Acaya, polemiche infinite sui lavori di restauro

Data: 30/05/2002 - Ora: 10:05
Categoria: Cultura

Le polemiche sul restauro del Castello di Acaya continuano, anzi diventano sempre più accese, a colpi di comunicati stampa agli organi di informazione da parte degli interessati. Giorni fa il professore Antonio Fasiello, segretario della sezione di Acaya dell'Archeoclub, aveva scritto una lettera e inviata a vari Enti (tra i quali la Provincia di Lecce, il Ministero dei Beni Culturali, la Soprintendenza), con la quale denunciava che i lavori in corso al Castello di Acaya stravolgerebbero l'aspetto dell'atrio ed inoltre per chiedere la immediata sospensione dei lavori.
A Fasiello risponde l'assessore provinciale ai Lavori Pubblici Mario Mangione. "E' ben noto - dice - che una parte importante del castello, prospiciente all'atrio interno, fu demolita nel 1700 per utilizzare il materiale lapideo per la costruzione in un sito poco distante della masseria fortificata Dragoni e che quell'area interna al castello si presentava, fino a pochi mesi addietro, un accumulo di macerie e di detriti in gran parte residuali proprio della demolizione del 1700.

Nel corso dei lavori di restauro, portati avanti con ferma determinazione dalla Provincia di Lecce ed in stretta collaborazione con la Soprintendenza e con l'Universitòà degli Studi di Lecce, si doveva bonificare dai detriti l'area interessata e nello stesso sito alcuni elementi lasciavanao presupporre fosseubicata la chiesa:sono emerse così uan serie di importanti scoperte che hanno consentito una rilettura della storia del Castello e della cittadina di Acaya. Infatti con la campagna di bonifica e di scavi è stata scoperta la base della antica chiesa disposta su tre navate, sono stati portati alla luce i bastioni di una preesistente fortificazione ampliata e resa ancorapiù possente nel 1500 da Giangiacomo; a circa tre metri sotto il piano è emerso, inoltre, un piccolo frantoio ipogeo ad esclusivo servizio del castello e tante fosse granarie; sono state ancora rilevate uan serie di tombe e d isepolture utilizzate tra l'anno 1000 e il 1500.

Nel mese di maggio dello scorso anno fu infine scoperto l'affresco della Dormitio Virginis, databile attorno all'anno 1000, perfettamente conservato, insieme ad altri affreschi di poca bizantina.Acaya - continua Mangione - non è dunque solo la città voluta da Giangiacomo nel 1500 per fronteggiare le incursioni ottomane e proteggere l'entroterra, ma da scavi si scopr e viene alla luce parte della preesistente Segine, luogo strategico e luogo sacro di culto certamente sin dall'anno 1000.

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