"Mediterranea 2003", l'ormai nota rassegna del Comune di Lecce,
ha regalato, ieri sera al Salento una delle più importanti interpreti del rock italiano.
Ci ha messo due ore abbondanti, la piccola grande "cantantessa" catanese, per presentare il suo ormai vasto repertorio musicale al variegato pubblico salentino accorso numeroso alle "cave" per assistere al suo concerto... La ragazzina "confusa e felice" di qualche anno fa è diventata ora un animale da palcoscenico, una rocker in piena regola.. Una diva poco incline al divismo e agli eccessi delle dive ma piuttosto una ragazza "normale" molto legata ai suoi fans ed alla sua musica...
In certi momenti dello spettacolo, la Consoli si è lasciata trascinare
dalla sua chitarra e dalla sua voce, come posseduta da uno spirito ed è riuscita a trascinare nel cielo delle sue emozioni gli spettatori.
Carmen Consoli piace di più, oggi; e non solo perchè, come potrebbero sostenere i maligni, ha rinnovato il proprio look, facendosi crescere i capelli e abbandonando il taglio da «maschiaccio» degli anni passati ma soprattutto perché si è liberata del fantasma di Janis Joplin e da quello di Jimi Hendrix ed è in grado di camminare da sola.
La Consoli ha così stupito con la «riffata» versione di «Confusa e felice», ma soprattutto sfoderando alcune cover «rivedute e corrette», con una emozionante «Volare» su tutte. Il sarcasmo feroce di «Venere»,
i nervi scoperti delle tracce di «Mediamente isterica», l’ironia della recentissima «Fiori d’arancio» e le ossessioni della bellissima
«Matilde odiava i gatti» sono stati miscelati con cura e dedizione. Altri brani più recenti, spogliati degli arrangiamenti su disco, hanno acquisito una energia più diretta, ma senza perdere l’ipnosi del loro fascino piacevolmente mediterraneo.
I momenti di maggiore atmosfera sono stati affidati a «L’eccezione», ma anche a «L’ultimo bacio» e «Parole di burro», canzoni che dimostrano di essere diventate ormai dei veri e propri classici. L’inconfondibile voce della Consoli e la notte salentina hanno fatto il resto.
Ieri alle cave la Sicilia non era poi così lontana. Con un po’ di immaginazione, si poteva anche sentire, insieme con la musica di Carmen, il profumo delle zagare e sentire sulle dita le spine dei fichi d’India.
Ma poi purtroppo si sono accese le luci, a risvegliare dai sogni.
Autore: Danilo Di Falco