Secondo il consigliere del gruppo di Rifondazione Comunista, Mario Esposito, ''la crisi economica della Campania ha prodotto livelli di disoccupazione tali da destare vivo allarme e preoccupazione e l'unico a non accorgersene è il presidente della Giunta, Rastrelli. A distanza di oltre tre anni dall'insediamento del suo Governo, la Regione non ha ancora un piano di sviluppo. (FM)
Esposito sostiene che "in questi giorni Rastrelli sta svolgendo una consultazione con le istituzioni locali, le forze sindacali ed imprenditoriali sulls base di un 'piano' che è la sintesi parziale del documento programmatico presentato all'indomani della sua elezione. Non so quale convinzione riponga in questa consultazione un presidente che non ha discusso il suo piano neanche con la sua maggioranza. Non so i sindaci e i presidenti delle Province (quelli che sono andati all'incontro) con quale spirito e con quale fiducia incontrino un presidente 'commissariato' dal suo stesso partito. Non so se il sindacato confederale, che ha incontrato le forze politiche di opposizione dichiarando lo stupore per aver verificato l'impossibilità ad avere un qualsiasi rapporto democratico con Rastrelli, sarà conseguente di fronte a questa ennesima prova di incapacità e inefficacia''.

''Tutto questo - afferma Esposito - indica chiaramente lo scarto enorme che c'è tra le necessità di dare alla Regione un governo all'altezza dei problemi e la totale inadeguatezza dell'attuale maggioranza''. Secondo Esposito ''di fronte a questa situazione aumenta la disaffezione dei cittadini verso la principale istituzione regionale, come la scarsa partecipazione al voto nelle ultime elezioni amministrative ha ampiamente dimostrato e nel vuoto che si crea trovano spazio e si riaffacciano personaggi della politica già condannati dal popolo e dalla magistratura''. ''E' per questo che ritengo inutile e dannoso continuare questa lenta agonia; pertanto e' arrivato il momento che Rastrelli si faccia da parte e che il onsiglio prenda atto che nessun aggiustamento è possibile. Ma per rilanciare la vita e le prerogative del consiglio - conclude l'esponente di Rifondazione Comunista - l'unico atto da compiere è lo scioglimento del consiglio stesso ridando la parola ai cittadini attraverso le elezioni''.