La Camera ha respinto la richiesta di autorizzazione a procedere nei confronti di Umberto Bossi.
Ribaltata la decisione della giunta per le autorizzazioni a procedere che si era pronunciata invece a favore. In un primo tempo l'aula aveva approvato, ma il presidente Luciano Violante aveva annullato il voto su richiesta dell'opposizione, perché molti deputati non erano ancora entrati nell'emiciclo e altri si erano distratti all'arrivo di Silvio Berlusconi, accolto da un lungo applauso e «standing ovation» dei deputati del Polo. La seconda votazione ha salvato il leader della Lega nord. (MN)

La richiesta di autorizzazione era stata inoltrata dal tribunale di Tolmezzo per alcune affermazioni di Bossi fatte durante un comizio a Villa Santina (Udine) il 6 agosto 1995. In quel comizio, come è riportato agli atti trasmessi dal tribunale, Bossi disse: «Prendete nome e cognome di quelli che votano An, prima o poi andremo a stanarli a casa loro uno per uno. Hai votato An? Bene, ti veniamo a prendere noi. Porci fascisti. Stia attento giudice Amati, se vinciamo noi, chi perde prende l'ergastolo e la Lega non perderà». Il giudice Maria Rosa Persico aveva riscontrato nelle parole di Bossi i reati di attentato contro i diritti politici del cittadino, minaccia a pubblico ufficiale, istigazione a delinquere, diffamazione, minaccia e riorganizzazione del disciolto partita fascista.