L’Ordine dei Geologi della Puglia e la Società Italiana di Geologia Ambientale - Sezione Puglia (SIGEA) hanno organizzato il Convegno: "CAMBIAMENTI CLIMATICI E RISCHI GEOLOGICI IN PUGLIA" presso il CASTELLO DI SANNICANDRO DI BARI il 30 Novembre 2007.
Da 320 a 390 parti per milione l'aumento di CO2 nell'atmosfera tra il 1980 ed il 2000. In termini percentuali ciò rappresenta un aumento di circa il 20% in soli 20 anni. Confrontato tale allarmante dato oggettivo con i lentissimi tassi di variazione, nei precedenti tempi geologici, della % di anidride carbonica nell'aria, l'aumento nell'ultimo quarto di secolo è qualcosa di parossistico. Come dire che il monte Bianco, in soli 20 anni, è cresciuto, passando da 4800 a 5800 metri di altezza. Né appare intravedersi il fondo del tunnel, le politiche mondiali sembrano sempre più incanalate, nei fatti, verso un uso sempre più massiccio dei combustibili fossili, nonostante le grida di allarme provenienti da larghissimi strati di studiosi in tutto il mondo (si consideri ad es. il selvaggio trend di sviluppo industriale di Cina ed India, tutto basato sui combustibili fossili). In relazione all'aumento di CO2, il recente rapporto IPCC (Intergovernamental Panel on Climate Change) sui cambiamenti climatici delinea una tendenza all'aumento della temperatura del pianeta, stimata da un minimo di 1,5 fino a 6^C, con un valore assai probabile di 3^ entro il 2100, con conseguente scioglimento dei ghiacciai alpini e delle calotte polari ed innalzamento del livello del mare, da 0,5 fino a 7 m, (risultando il valore minimo come effetto dovuto alla sola dilatazione termica dell'oceano senza considerare quindi lo scioglimento delle calotte polari). Cosa succederà a quei tanti centri abitati costieri pugliesi, che si sviluppano a quote minime di dislivello rispetto al livello attuale del mare, nei prossimi decenni? La Puglia, con i sui oltre 800 Km di coste, è particolarmente vulnerabile alle ingressioni marine. Basti pensare a quello che potrebbe succedere in bassure tipo la foce dell'Ofanto, o nel golfo di Manfredonia, o in certe zone del Salento. È dovere sociale di chiunque rendersi responsabile di fronte a questa prossima, forse ineludibile, grande emergenza geoambientale. E che dire degli eventi meteorici estremi di tipo alluvionale?? Sono sotto gli occhi di tutti le nefaste conseguenze delle alluvioni dell'ultimo quinquennio, in tutto il territorio regionale, anche in quello considerato "sicuro" rispetto a tale emergenza. Ricordiamo, a puro titolo di esempio, gli eccezionali alluvionamenti di Apricena, di Terra di Bari (cava "Di Maso", crollo del ponte della ferrovia Bari-Taranto tra Acquaviva e Sannicandro, cedimento del terrapieno della Strada Provinciale n. 184 tra Cassano e Bitetto), di numerosi centri abitati nell'intero golfo di Manfredonia, del Salento, ecc. Sono, tutti questi, segnali di grande interesse geologico per comprendere i nefandi effetti sul nostro territorio dell'estremizzazione degli eventi meteorici, con connessa recrudescenza del dissesto idrogeologico. Tutti, peraltro, si sono resi conto dei rilevanti effetti di tali fenomeni estremi, amplificati da attività antropiche non sempre rispettose degli equilibri naturali che nei decenni si sono succedute nel territorio pugliese, anche in termini di perdita di vite umane. Alla luce di ciò, cosa si sta facendo, e cosa occorrerà urgentemente fare, per la tutela dei territori e delle nostre popolazioni? L'Ordine dei Geologi della Puglia e la Società Italiana di Geologia Ambientale - Sezione Puglia (SIGEA) hanno organizzato il Convegno: "CAMBIAMENTI CLIMATICI E RISCHI GEOLOGICI IN PUGLIA" presso il CASTELLO DI SANNICANDRO DI BARI il 30 Novembre 2007. L'evento è a libera partecipazione. Il convegno, attraverso l'esposizione di casi di studio, intende affrontare tali tematiche e confrontare i risultati delle ricerche più recenti con il contributo di ricercatori ed operatori del settore. Si punterà il dito sulla necessità di condurre indagini conoscitive ovvero di intensificare il monitoraggio nei diversi comparti ambientali di zone omogenee sempre più piccole, in modo da poter fornire idonei input ai modelli di pianificazione e di determinazione del rischio, già oggi disponibili. Al riguardo, il ruolo che gli organi di pianificazione e controllo sono chiamati a svolgere, appare decisivo nella definizione dei futuribili scenari di trasformazione territoriale e nella programmazione di ipotesi di sviluppo socio economico che vedono la gestione sostenibile delle risorse idriche quale condizione inderogabile. Sarà opportuno, inoltre, rendere operativo a livello regionale un Osservatorio delle Coste avente il compito di gestire, nel tempo, tutte le informazioni disponibili sulla fascia costiera e svolgere un ruolo di collegamento fra i diversi uffici regionali coinvolti nella gestione integrata delle coste. In ambito difesa dell'assetto idrogeologico, obiettivo deve essere rappresentato dall'assicurare la gestione controllata e organizzata del territorio nazionale per garantire un minimo di tutela unitaria ed uniforme. Il convegno si articolerà in due sessioni scientifiche dal tema: - INFLUENZA DELLE VARIAZIONI CLIMATICHE SUL RISCHIO IDROGEOLOGICO - EFFETTI DELLE VARIAZIONI CLIMATICHE SULLA DINAMICA COSTIERA. A chiusura delle sessioni sarà proiettato un video testimoniale riguardante l'alluvione del 22-23 ottobre 2005 che ha colpito anche il territorio di Sannicandro di Bari, tanto per confermare che territori considerati "sicuri" dalle alluvioni, sicuri poi non sono. L'evento, promosso nell'ambito dell'Anno Internazionale de Pianeta Terra, si concluderà con una Tavola Rotonda dal titolo "CAMBIAMENTI CLIMATICI: QUALI AZIONI IN PUGLIA".