Sfilacciato tra i reparti e privo d’idee, così è apparso il Lecce di Verona. Colpito in settimana dalle decisioni del giudice sportivo nel cuore della difesa, ma anche da fastidiosi infortuni al centro dell’attacco, ed avendo forse accumulato un surplus di stanchezza proveniente dalle prestazioni ad alto rendimento delle gare precedenti, la formazione salentina ha affrontato l’impegno in casa scaligera fisicamente sottotono e soprattutto con un approccio mentale decisamente sbagliato.
Il Verona di Malesani aveva già dimostrato in precedenza certe sue doti agonistiche, con le quali – finora – è bene o male riuscito a supplire ad uno scarso peso offensivo. Ed è proprio a queste qualità che si è affidato per affondare un Lecce insolitamente disordinato (almeno, per quanto di buono era stato fin qua capace di dimostrare), ma nel quale più di qualcuno ha cercato e trovato responsabilità anche in Cavasin, accusato di non aver sperimentato soluzioni alternative al singolare duo d’attacco Vugrinec-Giacomazzi (lo stesso che aveva messo sottosopra il Piacenza), soprattutto dopo il secondo vantaggio veronese. In pratica, si è reclamato a gran voce l’innesto del giovane Vucinic, scarsamente visto all’opera, finora, ma certamente dotato di grande rapidità. Di certo, da un lato la mancanza di aggressività avrebbe forse davvero dovuto imporre scelte differenti, ad un certo punto della gara. Ribaltare lo svantaggio con quella formazione priva di volontà combattiva, appariva davvero un’ipotesi difficile. Dall’altro lato, va riconsiderato l’aspetto principale: il mordente è mancato per tutta la gara, all’intera squadra, nella quale hanno tradito le aspettative praticamente tutti o quasi, a partire da Juarez: tornato in campo fin dal primo minuto, l’ex beniamino del pubblico ha mostrato ancora una certa difficoltà ad inserirsi nel gruppo, finendo per influire negativamente sul risultato. Più minuti di gioco al suo attivo gioverebbero di certo al ritrovamento di una migliore condizione. In una giornata sostanzialmente opaca, e nei confronti della quale difficilmente si riescono a spunti di sorta per un discorso che non sia, analogamente al Lecce… sfilacciato ed eccessivamente retorico, si possono in definitiva solo riscontrare un paio di aspetti positivi: il ritorno al gol di Vugrinec (ma giusto quello…) e la discreta prova nel buio complessivo del Lecce da parte di Cirillo, evidentemente in cerca di ben impressionare. È stato lui l’ispiratore del gol e, con l’ultimo Balleri, bisogna necessariamente prenderne nota: da destra era un certo tempo che non giungeva un assist importante. In attesa del ritorno del campionato, dopo la prova della Nazionale, si devono intanto registrare i più recenti movimenti di mercato del Lecce. Dal Cosenza è approdato Matteo Superbi, centrocampista 32enne e vecchio pallino di Cavasin, che lo ha già avuto a Cesena. A rinforzare la difesa, invece, è giunto dal Crotone Cristian Silvestri (26 anni). Ambedue sono alla prima esperienza in serie A, nell’ovvia speranza di ritagliarsi uno spazio in una formazione che, diventata ora piuttosto "lunga", sembra destinata a subire anche qualche taglio. Emilio Faivre