La Segreteria CGIL di Lecce afferma tutto il proprio dissenso nei confronti dei provvedimenti contenuti nella Legge Bossi-Fini, e intende dare il via a tutta una serie di iniziative in grado di creare sensibilità nei confronti del problema e di mettere in atto misure concrete per l’integrazione dei lavoratori immigrati nella nostra società, invitando Istituzioni e privati ad impegnarsi nell’attivazione di servizi che vadano nella direzione di una integrazione reale.
"La CGIL, fin dalla sua approvazione in Parlamento non ha condiviso i contenuti della Legge Bossi-Fini e delle politiche del Governo sull’immigrazione.
La lotta all’immigrazione clandestina non si combatte con una legge che criminalizza i migranti ed erige carceri. La Bossi-Fini fa parte di un disegno complessivo del Governo di precarizzare e di mercificare il lavoro.
Piuttosto che contenere la lotta all’immigrazione clandestina, incrementa illegalità anche nei migranti regolari.
I lavoratori immigrati sono una risorsa per l’economia e la società, tenerli in una situazione di ricattabilità e di sfruttamento perenne ne impedisce l’integrazione e l’emancipazione.
Garantire i diritti dei migranti significa garantire i diritti di cittadinanza per tutti. Un tempo eravamo impegnati per sostenere i diritti degli emigranti italiani, oggi occorre dare diritti e dignità agli immigrati in Italia.
La CGIL di Lecce avvia un percorso di sensibilizzazione per rivendicare una diversa politica dell’immigrazione.
E’ intollerabile una legge dell’immigrazione che irrigidisce le norme sull’espulsione, che raddoppia i tempi di trattenimento nei CPT, che sono dei veri centri di detenzione, che limita il ricongiungimento familiare e che esclude, di fatto, i migranti dall’accesso alla previdenza sociale.
La CGIL è contro la Bossi-Fini che impedisce il diritto al lavoro, allo studio, all’unità familiare, alla casa, alla salute, alla pensione.
Pertanto la CGIL di Lecce avvia un percorso di lavoro e di mobilitazione per fermare la campagna xenofoba che erige muri e barriere politiche di convivenza e di integrazione reale.
In particolare, sul territorio si devono qualificare e attivare:
- servizi di orientamento e accoglienza, per evitare inutili code nei vari uffici;
- strutture e percorsi formativi per la conoscenza della lingua.
- Regione, Comuni, Provincia, Camera di Commercio e imprenditori, utilizzando i vari strumenti di finanziamento, possono attivare corsi gratuiti e permessi retribuiti per studiare;
- Iniziative per garantire la casa e il lavoro, attivando i Centri per l’impiego e le istituzioni comunali:
- Politiche di inclusione sanitarie e sociali, andando oltre le iniziative di garanzia della rappresentanza e affermando il diritto al voto amministrativo." (La segreteria CGIL di Lecce)