Bruxelles esorta l'Italia a ridurre il suo deficit e dice no alle 35 ore per legge. Nel suo rapporto la Commissione europea sottolinea che "l'Italia deve intensificare i suoi sforzi di risanamento finanziario", ma restano da compiere sforzi anche sul fronte dell'occupazione e "una riduzione obbligatoria e generalizzata del tempo di lavoro, motivata in parte con la speranza di aumentare il livello di occupazione, può avere delle conseguenze sfavorevoli e dovrebbe quindi essere evitata". (MN)Contro le 35 ore si schiera anche il Fondo monetario che, a proposito di lavoro, sostiene: l'Italia ce la può fare ad abbattere il tasso di disoccupazione, ma a patto che metta in pratica, e tempestivamente, il criterio della "flessibilità". Intanto, con la firma del ministro Treu, diventa operativo l'ingresso delle agenzie private nella mediazione tra domanda e offerta di lavoro. E nei programmi del ministero, per quando la riforma sarà a regime, c'è già la convocazione sistematica di tutti i quasi 200 mila giovani che ogni anno escono dalla scuola e si affacciano sul mondo del lavoro. Interventi mirati sono previsti anche per i circa 300 mila disoccupati di media e lunga durata.

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