Spostavano e vendevano i loro ovini nonostante fossero affetti da brucellosi e aggirando il divieto di movimentazione imposto dal ministero della Salute per le bestie malate. Sono due gli allevatori tratti in arresto dai carabinieri dei Nas a Taranto, in esecuzione di ordinanze di custodia cautelare emesse dal locale Gip. Per entrambi, l’accusa è quella di diffusione nel patrimonio zootecnico nazionale di malattie infettive: gran parte dei capi sequestrati, infatti, erano marchiati con la «t», il simbolo che individua gli animali affetti da brucellosi e, quindi, da abbattere.

Mentre un’altra sessantina di pecore erano prive di marche auricolari e dovranno essere quindi sottoposte ai controlli del caso. I Nas, negli ultimi mesi, nelle sole province di Taranto, Brindisi e Lecce, proprio con l’accusa di aver movimentato illegalmente animali sottoposti a vincolo sanitario hanno arrestato 5 allevatori e sequestrato 2.700 capi di bestiame.
L’obiettivo - spiegano i carabinieri - è quello di impedire la propagazione della brucellosi, malattia endemica che si trasferisce come febbre maltese anche all’uomo, e della blue tongue, di provenienza nord africana, contro cui ha dato buoni risultati la campagna di vaccinazione. L’allarme deriva anche dal fatto che tutti i prodotti derivati dal latte (mozzarella, ricotta, formaggio a breve stagionatura) conservano la loro carica batterica e sono potenzialmente pericolosi per i consumatori.