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Data: 11/01/2003 - Ora: 10:23
Categoria:
Politica
Come è noto, per effetto della deliberazione della Giunta regionale pugliese n. 1160 dell’8 agosto 2002, l’Azienda ospedaliera "Di Summa" è stata incorporata nell’Ausl e di questo è stata data ampia informazione nei giorni scorsi. A pochi è noto, invece, che con deliberazione successiva, ma sempre dell’8 agosto, è stata approvata la nuova articolazione dei distretti sanitari che, in provincia di Brindisi, diventano quattro, mentre prima erano sei. Questa decisione ha ora efficacia dopo che il direttore generale dell’Asl BR/1, dott. Bruno Causo, ha provveduto ad emettere una specifica deliberazione dagli uffici brindisini di via Napoli. Il distretto n. 1 ha competenza su Brindisi, il distretto n. 2 su Cisternino, Fasano, Ceglie Mesasapica e Ostuni, il distretto n. 3 su San Vito dei Normanni, Carovigno, Francavilla Fontana, Oria, San Michele Salentino e Villa Castelli. Per il distretto n. 4, infine, le strutture coinvolte sono quelle ubicate nei comuni di Erchie, Latiano, Mesagne, Torre Santa Susanna, Cellino San Marco, San Donaci, San Pancrazio Salentino, San Pietro Vernotico e Torchiarolo. La responsabilità di quest’ultimo distretto è affidata al dott. Michele Morgillo, quella del distretto 3 al dott. Francesco Galasso, quella del distretto 2 al dott. Gianfranco Laghezza mentre il distretto che fa riferimento esclusivamente al territorio del comune capoluogo avrà come responsabile il dott. Antonio De Leonardis. Il direttore generale dell’Ausl BR/1, dott. Bruno Causo, dà una motivazione articolata, ma semplice al nuovo provvedimento. "Il sistema sanitario della Regione Puglia – afferma Causo – è stato interessato da un radicale intervento, nel contesto di una grave congiuntura che interessa l’intero Servizio Sanitario Nazionale, finalizzato a garantire la ridefinizione dell’assetto organizzativo in funzione, oltre che degli aspetti economici, anche dell’equilibrio fra domanda ed offerta sanitaria, superando la frammentazione dei presidi e le situazioni ripetitive a vantaggio di attività di alta specialità. C’è da tener conto – continua Causo – anche che il riordino della rete ospedaliera vede come tappa imposta dall’attuale situazione anche il consequenziale accorpamento funzionale di più stabilimenti ospedalieri in un unico presidio in presenza di condizioni che favoriscano, ovviamente tenendo conto di vari fattori come il bacino di utenza, viabilità, morfologia, ecc., l’accorpamento. Condizioni che abbiamo ovviamente tenuto nel giusto esame."
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