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Brindisi, Legambiente torna all'attacco sulla centrale termoelettrica

Data: 02/04/2002 - Ora: 10:27
Categoria: Cronaca

"Su Brindisi non siamo disposti ad abbassare la guardia: ce lo impongono le ripetute aggressioni allo stato di diritto, la fuga dell'Enichem dalle sue responsabilità, l'incredibile prosecuzione dell'esercizio, senza alcuna specifica autorizzazione, della centrale termoelettrica Nord".
Legambiente va all'attacco sull'energenza ambientale a Brindisi, «tanto più dopo il grave episodio, avvenuto recentemente, dello sversamento in mare di circa 57 tonnellate di Mdi dal Petrolchimico che ha fatto emergere drammaticamente le carenti condizioni di rilevamento, allarme e conseguente blocco in caso di perdite di sostanze pericolose»: lo fa a livello nazionale con un documento sulle «aree a rischio di rilevante incidente ambientale» in cui Brindisi fa la parte del leone e, contemporaneamente, con un'interrogazione parlamentare del presidente nazionale Ermete Realacci.

Spiega Doretto Marinazzo, responsabile regionale del «settore Energia» di Legambiente: «La situazione ambientale brindisina e le ripetute aggressioni allo stato di diritto non consentono assolutamente di trascurare il problema: per questo Legambiente denuncia la fuga dell'Enichem dalle sue responsabilità e le manovre di gruppi subentranti nella titolarità di impianti (EVC, oggi Dow Chemical, domani forse la Sabic) che acquistano semplicemente fette di mercato e, chiudendo gli impianti, scaricano sui lavoratori, sulla cittadinanza e sull'ambiente gli effetti di perverse logiche aziendalistiche e di modelli di sviluppo liberisti. Con chi è portatore di simili posizioni si deve mantenere un confronto aspro, a tutela dei lavoratori e dell'ambiente, e non aprire invece trattative al ribasso». Legambiente, aggiunge il presidente regionale Massimiliano Schiralli, chiede anche impegni chiari ed ufficiali a livello istituzionale sulla politica energetica: «È un discorso che non può non cominciare dalla mancanza di autorizzazioni amministrative della centrale termoelettrica Brindisi Nord ed anche dalla questione del terminal di rigassificazione della British Gas, da rigettare ovunque collocato, sia all'interno del porto sia ricorrendo a piattaforme offshore. E neppure sulle scelte di politica energetica o riguardo all'assurda realizzazione di una torcia al plasma (a valle di un inceneritore) la guardia degli ambientalisti può essere abbassata». E, quanto ai contatti con il mondo politico e delle associazioni, Schiralli tiene a precisare: «Abbiamo sempre cercato di favorire la creazione di movimenti, comitati referendari, soggetti rappresentativi di diverse istanze, culturali e sociali, per avere più forza nel condurre le difficili battaglie ambientaliste, così come è avvenuto con l'adesione al Comitato referendario capace di raccogliere quasi diecimila firme in tre settimane per la indizione di una consultazione democratica sul polo industriale. Questo anche in considerazione del fatto che Legambiente ha sempre difeso e continuerà a difendere la sua autonomia nei confronti degli schieramenti politici».

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