Ergastolo. E' la pena che il pubblico ministero del Tribunale di Trani, Francesco Bretone, ha chiesto per Pasquale Tortora, il ragazzo di 19 anni accusato di aver ucciso Graziella Mansi, la bimba di otto anni bruciata viva nei boschi di Castel del Monte dopo aver subito un tentativo di violenza sessuale di gruppo.

Tortora è l'unico dei cinque imputati accusati del delitto a giudizio con rito abbreviato. Per gli altri quattro presunti assassini - Michele Zagaria, di 26 anni, Domenico Margiotta, di 22, Giuseppe Di Bari, di 21, e Vincenzo Coratella, di 20 - il processo è in corso dinanzi alla Corte di assise di Trani.
La bambina fu uccisa il 19 agosto del 2000, dopo essere stata portata via dal luogo dove era con il padre proprio da Tortora. Il ragazzo fu fermato subito dopo il ritrovamento del cadavere e durante l'interrogatorio, si autoaccusò del delitto; nei giorni successivi rivelò agli investigatori i nomi dei suoi presunti complici. In questi mesi, Tortora è stato sottoposto a perizia psichiatrica: secondo gli esperti è capace di intendere e di volere, ma questa capicità era scemata al momento del delitto. Per la perizia si tratta di un soggetto in cui "manca la spinta distruttiva del killer", ma invece è presente uno "stato di pronunciata passività e di notevole depressione nelle relazioni di gruppo". Nel rapporto sono anche contenute due brevi missive firmate da Tortora nelle quali il ragazzo ammette le sue colpe: "Non vedo l'ora di andare a processo per prendere l'ergastolo - scrive - ho sbagliato e chi sbaglia paga per tutta la vita".