Le mani della mafia sui reperti archeologici siciliani. Cosa nostra avrebbe gestito un traffico di reperti archeologici provenienti dall'area di Morgantina. Il giudice per le indagini preliminari di Caltanissetta, Mariella Giannazzo, ha emesso 24 ordini di custodia per associazione mafiosa nei confronti di persone legate a due cosche dell'ennese vicine al boss Bernardo Provenzano. Gli indagati sono quasi tutti incensurati. Secondo i magistrati, Provenzano avrebbe creato in provincia di Enna una zona neutra che doveva restare tranquilla, quindi non sottoposta alle indagini delle forze dell'ordine, da utilizzare sia per riunioni mafiose di vertice che per allestire covi per latitanti. Gli arresti sono stati anticipati rispetto al piano delle investigazioni perché sono giunti segnali di lotte tra clan che avrebbero potuto causare omicidi. Alla banda, oltre al traffico di reperti archeologici, vengono contestati smercio di valuta estera e titoli falsificati, commercio di armi, estorsioni e gestione di appalti pubblici. (MN)