Avvisi e comunicazioni
Cambiano le regole del collocamento anche in Basilicata. Per adeguarsi alla normativa che nel 2002 ha rivoluzionato i vecchi uffici di collocamento e prepararsi alle novità legate alla legge Biagi, l’assessore regionale ha diramato le indicazioni operative per il passaggio dalle liste di collocamento al nuovo elenco anagrafico dei disoccupati. In particolare, in una prima fase transitoria, gli elenchi comprenderanno tutti coloro che erano iscritti alle vecchie liste, esclusi i pensionati e i deceduti. Ciò significa che – almeno in via preliminare – saranno compresi anche quei disoccupati e inoccupati che non hanno reso, entro il termine previsto del 29 luglio 2003, la dichiarazione di disponibilità al lavoro richiesta dal decreto dell’anno scorso.
Un’ulteriore scrematura sarà fatta in un secondo tempo, quando la regione avrà adottato provvedimenti specifici. Introdotto anche un criterio di reddito: il limite a 7.500 euro annui (4.500 per gli autonomi) entro il quale sono cumulabili i redditi da lavoro senza essere cancellati dalle liste. I criteri stabiliti, sono stati preventivamente discussi con le amministrazioni provinciali, con i centri per l’impiego e con le parti sociali. "Si tratta di un provvedimento di portata modesta", minimizza l’assessore regionale al Lavoro, Cataldo Collazzo. "Dovevamo chiarire alcuni aspetti per dare unitarietà alla trasformazione delle liste, ma è solo l’inizio di un adeguamento che ancora non è partito, in attesa della riforma del mercato del lavoro". Comunque la situazione dei servizi per l’impiego nella regione "è media – dice l’assessore – non siamo certo all’avanguardia, ma neanche ci possiamo lamentare. Certo, oggi siamo molto preoccupati per l’avvio della riforma che io chiamerei Maroni e non Biagi. L’ingresso di nuovi attori (praticamente restano fuori solo le parrocchie e le associazioni sportive) che potranno fare politiche attive del lavoro, rischia di essere un colpo mortale per i servizi pubblici". Dunque, lungi dal pensare che l’aumento della concorrenza possa spingere verso l’alto la qualità degli uffici pubblici, "in Basilicata – afferma Collazzo – ci aspettiamo un mercato selvaggio. Abbiamo portato infatti questa critica nella discussione della conferenza Stato-regioni sui decreti attuativi della legge 30". Anche la Basilicata, come le altre regioni del Mezzogiorno, dopo le ottime performance occupazionali degli anni recenti, sembra ora soffrire di una contrazione. "Nel 2002 – racconta l’assessore – il tasso di disoccupazione si è attestato al 15,1% contro il 16,3% dell’anno precedente. Ancora molto alto, certo, ma in forte diminuzione. I dati relativi ai primi tre mesi di quest’anno sembrano invece segnare una leggera inversione di tendenza. Una sensazione forse non confermata dagli ultimi dati, ma che certamente dobbiamo tenere presente". Le cause? "La sospensione del credito d’imposta ha avuto effetti decisivi. E poi, oltre a guardare il dato quantitativo, è bene cercare di capire la qualità dei posti di lavoro creati: sta crescendo la precarietà, e questo mi preoccupa molto". Difficile, per l’assessore, indicare priorità per il futuro. "Ci sono problemi talmente complessi – dice – che è quasi impossibile dire cosa vada affrontato per primo. Noi ci stiamo muovendo in questo periodo per migliorare le garanzie ai lavoratori precari. Stiamo cercando una via regionale al reddito minimo d’inserimento: la sospensione della sperimentazione ha avuto un impatto molto forte. Stiamo pensando a una specie di ‘salario sociale’ accompagnato da azioni formative, soprattutto per le giovani donne. Un’altra criticità sulla quale vogliamo intervenire è quella della disoccupazione intellettuale: sono sempre più numerosi, infatti, i giovani laureati che lasciano la nostra regione perché non trovano opportunità adeguate".