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Bari, traffico illecito di rifiuti e disastro ambientale, 10 arresti

Data: 28/06/2006 - Ora: 09:54
Categoria: Cronaca

Gli arrestati sono imprenditori e professionisti

Oltre un centinaio di persone tra carabinieri e agenti della polizia provinciale di Foggia sono impegnati tra Puglia e Campania in un'operazione per smantellare un'organizzazione delinquenziale dedita al traffico illecito e alla gestione illecita dei rifiuti. Sulla base di ordinanze della magistratura foggiana vengono eseguiti una decina di arresti a Foggia, Bari e Salerno: agli arrestati si contesta tra l'altro il reato di disastro ambientale. Nell'operazione sono impegnati i carabinieri del reparto speciale del Nucleo operativo ecologico (Noe) della Puglia, con i militari dei reparti territoriali del comando provinciale di Foggia e con gli agenti della polizia provinciale del capoluogo dauno. Gli arrestati sono imprenditori e professionisti. Le indagini riguardano l'attività di uno stabilimento nel Foggiano per lo smaltimento dei rifiuti, l'Ecofertil di Ortanova, un impianto di compostaggio per lo smaltimento dei fanghi di depurazione industriale che è già stato oggetto di indagini per grave inquinamento ambientale. Gli amministratori di Ecofertil sono nel mirino dei carabinieri del Noe e del comando provinciale di Foggia e della polizia provinciale sin dalla primavera del 2005, perché avrebbero dovuto trasformare fanghi inquinanti in fertilizzanti, tramite l'impianto di compostaggio. In quella circostanza, con l'accusa di smaltimento illecito di rifiuti, furono denunciate una ventina di persone tra amministratori della Ecofertil e titolari delle ditte che inviavano i fanghi derivanti dalla potabilizzazione delle acque, autotrasportatori e agricoltori. Gli investigatori accertarono che camion pieni del materiale inquinante, provenienti da varie regioni italiane, entravano nella Ecofertil e ne uscivano subito senza i trattamenti previsti dalla legge: poi venivano riversati in due discariche poco distanti. Nella vicenda che ha portato agli arresti odierni, il materiale - giudicato altamente inquinante - sarebbe stato distribuito su campi coltivati come fertilizzante producendo il reato di disastro ambientale contestato nelle ordinanze di custodia cautelare.

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