E' il preside anti-bulli già noto alle cronache di qualche mese fa. I suoi modi sono "fermi e decisi" nei confronti degli studenti bulli che molestano o giocano in modo pesante con i compagni. Questa volta, il preside di Bari è passato, pare, alle maniere forti e le foto in cui è ritratto parlano in modo inequivocabile: prende a schiaffi una studentessa mentre questa getta acqua durante una competizione sportiva. Il prof Ugo Castorina, preside della scuola media 'Lombardi' a Bari, è tornato sulle prime pagine, quindi, ma questa volta a parti invertite. Il preside dice: "Era l'unico modo per fermare le sue intemperanze". Due sonori ceffoni ad una ragazzina seduta sugli spalti del 'campo Bellavista' durante una manifestazione sportiva. Le immagini ritraggono il preside in piedi con un cappellino da baseball in testa. All'improvviso si volta verso gli spalti, allarga il braccio destro e molla uno, due ceffoni ad una ragazzina. E' lo stesso Castorina a confermare ai giornali che "non c'era altro rimedio" per fermare la studentessa che, assieme alle amiche, stava giocando lanciandosi addosso dell'acqua. "L'avevo richiamata personalmente tante volte - continua il preside - e altrettanto avevano fatto i docenti ma lei non ubbidiva. Non c'era altro rimedio". "Ma la punizione inferta - conclude Castorina - è servita per dieci minuti. Poi il gioco è ricominciato: per questo ho deciso di non portare più da nessuna parte i ragazzi". il prof Ugo Castorina, preside della scuola media 'Lombardi'a Bari, è tornato sulle prime pagine, quindi, ma questa volta a parti invertite. Il preside dice: "Era l'unico modo per fermare le sue intemperanze".Due sonori ceffoni ad una ragazzina seduta sugli spalti del 'campo Bellavista' durante una manifestazione sportiva. Le immagini ritraggono il preside in piedi con un cappellino da baseball in testa. All'improvviso si volta verso gli spalti, allarga il braccio destro e molla uno, due ceffoni ad una ragazzina. E' lo stesso Castorina a confermare ai giornali che "non c'era altro rimedio" per fermare la studentessa che, assieme alle amiche, stava giocando lanciandosi addosso dell'acqua.

"L'avevo richiamata personalmente tante volte - continua il preside - e altrettanto avevano fatto i docenti ma lei non ubbidiva. Non c'era altro rimedio". "Ma la punizione inferta - conclude Castorina -è servita per dieci minuti. Poi il giocoè ricominciato: per questo ho deciso di non portare più da nessuna parte i ragazzi".