Il pericolo maggiore che corre Internet non solo in Italia è legato all'associazione indebita che viene compiuta principalmente dalla stampa "ufficiale" tra la rete e la pedofilia. E' questa l'estrema sintesi degli interventi che ieri si sono succeduti nel corso del convegno organizzato nella capitale dai Riformatori e Agorà. Secondo alcuni degli intervenuti ci sarebbe una "logica criminale" dietro la recente approvazione della legge contro l'abuso sessuali dei minori. Ma i colpevoli sono tanti, quelli che sostengono una "crociata politica, giornalistica e giudiziaria". (FM)

Nel corso del convegno "Pedofilia e Internet, vecchie ossessioni e nuove crociate" hanno preso la parola in molti.
Secondo il presidente del CNEL Giuseppe De Rita, "un mostro sembra essere sempre necessario. La pedofilia oggi è la personalizzazione del mostro e il legislatore di fronte all'allarme crescente non ha potuto fare altro che intervenire con una nuova legge. La pedofilia in Italia si sviluppa soprattutto in famiglia e in alcune situazioni di degrado. E' un problema morale, dunque, di rapporti tra le persone. Non lo risolveremo certo censurando Internet o limitando la libertà dei provider".

Più dura la posizione dell'eurodeputato di Forza Italia Ernesto Caccavale, secondo il quale "la nuova legge non colpisce l'abuso sui minori, che da una recente statistica del Censis avviene nel 90 per cento dei casi in famiglia. Alimenta, invece, la cultura del sospetto e mira a colpire solo quel 2 per cento di violenze messe in atto da estranei, per paura di toccare scabrosi tabù sessuali come l'incesto o la sessualità dei religiosi".

La scrittrice Barbara Alberti ha invece sostenuto che l'attuale "crociata contro la pedofilia" servirà "a far emergere in tante persone questa vocazione. Beato Pollicino che aveva un orco solo da cui difendersi. I bambini di oggi hanno paura anche dei genitori e dei loro amici".