Se l'Italia sta invecchiando, gli anziani vanno scoprendo il loro ruolo di soggetti attivi in una società in continua evoluzione. E' l'indicazione prevalente emersa dalla presentazione presso la sede del CNEL del primo rapporto di ricerca ''Essere anziani oggi'' realizzato dal sociologo Nadio Delai per conto della ''50&piu' Fenacom'', organizzazione che fa capo alla Confcommercio. (MN)Dai dati del rapporto emerge un fenomeno sociale a piu' facce in cui la parola ''anziano'' non basta piu' per caratterizzare il mondo degli adulti in eta' avanzata. ''I luoghi comuni - ha detto Giuseppe De Rita, presidente del Cnel - devono essere superati. La cultura dell'anziano deve essere scomposta. Sotto il termine 'anziano' in realta' si nasconde una cultura composita. Un anziano di 75 anni ha certamente un ruolo sociale diverso da un anziano che ha 95 anni e non e' autosufficiente, dunque dire che l'Italia sta invecchiando e' vero fino ad un certo punto''. ''La speranza di vita - ha detto Delai - e' ora piu' lunga: dai 53,8 anni prevista nel 1930, si è passati agli 81,7 per le donne e ai 75,3 per gli uomini del 1996. L'anziano rappresenta, dunque, una componente sempre più numerosa della popolazione: nel 1995 la fascia dei 55 anni ed oltre costituisce il 32,5% della popolazione, nel 2010 sara' il 38,8%, nel 2050 il 56,7%. L'anziano ancora si colloca su un buon livello di reddito mensile: i 60-64enni hanno un livello di reddito medio di 1.193.000 lire; i 65-74enni hanno un reddito medio di 1.074.000 lire contro il milione e 143mila lire del resto della popolazione. L'anziano e' ancora un soggetto che risparmia: il 41,7% dichiara che e' aumentata la 'voglia' di risparmiare e il 15,1% che anche le possibilita' di risparmio sono aumentate. Gode di buona salute e va in vacanza: l'83% dei 55-74enni dichiara di star bene, l'88% non ha subito ricoveri ospedalieri nell'ultimo anno; Il 21% dei 55-59enni,il 23% dei 60-64enni, il 27% dei 65-74enni va in vacanza contro il 20,7% della media della popolazione''. Infine e' un forte consumatore di mass media ha una propensione positiva verso il lavoro, non vive necessariamente da solo, e ha un ruolo forte all'interno della famiglia''.