Riceviamo e pubblichiamo la lettera di Roberto Tundo, esponente di An
Avete presente la nave che affonda mentre l’orchestra suona ancora per intrattenere e distrarre i passeggeri? Non è la storia del Titanic ma la cronaca del Coordinamento regionale di An.
Si è cercato di individuare solo all’esterno le cause dell’insuccesso di Alleanza Nazionale alle elezioni per il rinnovo del Consiglio Regionale, quando, invece si doveva guardare prima di tutto alla debole capacità di attrarre voti propria della destra.
Da tempo An sembra aver smesso di credere alla politica (purtroppo).
Le regionali si sono affrontate con lo scopo di assicurarsi le preferenze degli elettori, piuttosto che il voto dei cittadini.
E’ accaduto, quindi, che la Federazione provinciale dei circoli di Alleanza Nazionale sia stata trasformata in un comitato elettorale, con l’unica preoccupazione, quella di assicurare preferenze.
Che poi si votasse anche in 14 comuni per l’elezione del sindaco, quasi nessuno se ne è preoccupato.
La stessa lista dei candidati alla Regione è stata preparata con la preoccupazione di non sottrarre qualche preferenza a determinati candidati, piuttosto che per portare voti ad Alleanza Nazionale.
Anzi, quando si è avuto la possibilità di inserire nuovi candidati (vedi il caso di Nardò), si sono spese energie per dissuadere, al posto di incoraggiare.
Una lista debole, quindi, che non ha portato che un modesto aiuto al partito: non per colpa dei candidati che generosamente sono scesi in campo.
Non si può candidare e poi abbandonare al proprio destino persone alla prima esperienza elettorale ed i risultati sono sotto gli occhi di tutti; infatti, ben pochi hanno ottenuto più di mille preferenze.
Si assiste ad una fuga dalle proprie responsabilità: chi guida un partito si deve assumere non solo i meriti delle vittorie come fu fatto per le elezioni europee con An al 20%, ma anche i motivi delle varie sconfitte che hanno segnato un pauroso arretramento della destra.
Alle elezioni provinciali dello scorso anno, An si è attestata ad un misero 10%, alle successive elezioni suppletive per la Camera dei Deputati nel Collegio di Casarano-Gallipoli è quasi sembrato, che ci si compiacesse per l’insuccesso di Vincenzo Barba piuttosto che preoccuparsi per la sconfitta della Casa per le Libertà.
A queste elezioni regionali An ha perso un quarto del proprio elettorato …
Per la destra, anche a Lecce serve un progetto politico.
Non basta criminalizzare l’avversario, l’orecchino di Vendola non spaventa né interessa alla gente.
An deve tornare sul territorio e deve interpretare le esigenze dei cittadini, deve tornare su quelle piazze che abbiamo lasciato desolatamente vuote.
Non basta parlare negli alberghi, in quelle convention organizzate su misura dei nostri convinti sostenitori.
Quando le cose non vanno bene si usa dire che <>.
In questo caso, la destra che torna all’opposizione, può sperare di recuperare con umiltà quel profondo rapporto con il territorio che la aveva caratterizzata nel passato.
Tornare fra la gente, dimenticando le hall degli alberghi, può essere la strada per ricominciare a fare quella politica sociale e popolare, propria di Alleanza Nazionale.
Autore: dr. Roberto Tundo