Batterie esauste, copertoni, lavatrici, frigoriferi, scaldabagno, ma anche motociclette, automezzi bellici, pentole e perfino il motore di un areo risalente alla Seconda Guerra Mondiale. E' il singolare campionario raccolto nelle acque di cinque parchi marini (Asinara, Capo Rizzuto, Cinque Terre, Isole Egadi, Porto Cesareo) dai volontari di Legambiente e dai pescatori della Lega Pesca. Una pesca di oltre 37 tonnellate, frutto della Campagna ''In fondo al mar...'' i cui risultati sono stati presentati a Roma. ''Una situazione particolarmente critica - come ha sottolineato oggi il presidente dei Legambiente, Ermete Realacci - che conferma come a tutti i livelli nel nostro Paese sia diffusa l'abiutudine di utilizzare il mare come una discarica sommersa''. Ma l'intenzione, sottolineata dal ministro Edo Ronchi, e' quella di cambiare rotta e ''far pagare chi inquina''. In quanto a rifiuti raccolti nel corso dell'operazione, il primato negativo spetta all'Asinara, dove in un'area di 170 ettari ne sono stati raccolti 19.200 chili, oltre 112 per ettaro. Seguono le isole Egadi con 14.500 chili su 315 ettari di superficie, quasi 47 chili a ettaro, Porto Cesareo con 1.1'' chilogrammi su 30 ettari (36 chili per ettaro), Capo Rizzuto con 700 chili in 50 ettari e le Cinqueterre con 1.515 chili su 120 ettari. Allarmante il dato secondo il quale in tutte le aree si e' riscontrata un'alta presenza di materiali difficilmente degradabili (talvolta anche in migliaia di anni) come plastica e gomma. Un'operazione che il ministro Ronchi ha giudicato un successo, promettendo, per l'anno prossimo, maggiore impegno finanziario: il Ministero per l'iniziativa eroga 9 miliardi l'anno. (MN)