Sulle coste italiane il demanio ha contato ben 4.334 occupazioni illegali. E' quanto risulta da un monitoraggio a tappeto lungo le coste del Belpaese finanziato dai ministeri dei Trasporti e del Lavoro, di concerto con quello delle Finanze per la parte catastale, effettuato con l'obbiettivo di istituire il Catasto del Demanio marittimo italiano. Dalle proiezioni del censimento dei beni appartenenti al Demanio marittimo emergono 8 milioni di metri quadri di cemento, ai quali vanno aggiunti piu' di un milione di metri quadri di aree recintate e giardini. Il lavoro e' stato svolto dal Consorzio Generale per l'Informatica (Cogi) di Bari che ha monitorato 57mila chilometri di coste italiane (Sicilia esclusa). La regione dove si concentra il maggior numero di abusi e' la Calabria con 1.745 casi, seguita a grande distanza dalla Puglia (554) e dalla Campania (500 casi accertati). Anche considerando il parametro degli abusi per chilometro di costa, si conferma al primo posto la Calabria, seguita, pero' da Lazio e Campania. I fabbricati presenti sui beni demaniali sono di tre diverse tipologie: gli immobili con solaio in cemento armato (nella maggior parte dei casi si tratta di seconde case), che sono 27.793; quelli con solai prefabbricati realizzati su piattaforma di cemento armato (3.594) e le strutture prefabbricate (12.20), quelle, cioe', facilmente smontabili. Ma ci sono numerosi casi di strutture ''da accertare''. La regione dove si concentra il maggior numero di fabbricati da accertare e' l'Emilia Romagna (3.7412), seguita dalla Calabria (2.526), dalla Campania (1.714) e dal Lazio (1.711). (MN)