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Altamura, muore una bimba per malnutrizione

Data: 09/02/2006 - Ora: 09:46
Categoria: Cronaca

I genitori non sono indigenti

La morte di una creatura piccola crea sconcerto sempre, se è legata a povertà e indigenze ci si domanda perchè le istituzioni non sia intervenute tempestivamente, ma se si tratta di persone che per "scelta di vita" abbandonano la vita della neonata a se stessa, allora, si rimane letteralmente sgomenti. A nove mesi pesava poco più di un neonato: 4 chili e 400 grammi. Aurora era pallida e priva di forze, aveva masse muscolari ridottissime, quasi mancanti. Era anemica e aveva quasi certamente una broncopolmonite. Nessuno però si è accorto che stava morendo di fame, e che la broncopolmonite la stava consumando perchè Aurora non aveva un pediatra di base, non aveva fatto le vaccinazioni obbligatorie e i suoi genitori, tutti e due vegetariani, non credevano nella medicina tradizionale. Aurora è morta all’alba del 5 febbraio scorso mentre veniva portata nell’ospedale della sua città, Altamura, a 40 chilometri da Bari. Ad autopsia e funerali compiuti, la storia è venuta a galla con tutto il suo carico di tristezza e rabbia. Sul referto del pronto soccorso c’è scritto che il decesso è stato provocato da un grave stato di malnutrizione, diagnosi che fa capire che alla bimba i genitori non hanno offerto la minima assistenza. Ma gli investigatori frenano facili deduzioni e parlano di decesso legato più che altro ad ignoranza, inesperienza e trascuratezza da parte dei genitori che hanno pensato che la piccola, a nove mesi, potesse continuare a bere solo il latte materno, che era povero e insufficiente. Aurora, infatti, ciucciava a fatica dal seno della mamma vegetariana ma non recuperava alcun alimento utile per la sua sopravvivenza. La sua dieta era assolutamente povera di proteine di carne animale e di pesce. Un quadro clinico che ha fatto insorgere uno stato di debolezza generale, quasi di abbandono. La piccola, infatti, non aveva neppure la forza di gattonare. Poi è intervenuta una broncopolmonite che non sarebbe stata curata, e il quadro clinico è precipitato. Infatti - spiegano gli investigatori - «sicuramente» l’infezione ai bronchi ha avuto un ruolo nella morte della piccola. Stando ai primi accertamenti, i genitori trentenni (lui titolare di un negozio di mobili, lei casalinga) non sono indigenti e non hanno mai avuto problemi economici: la morte della piccola, quindi, sarebbe legata solo alle abitudini alimentari della coppia, che era solita acquistare prodotti biologici dal negozio di una parente. Ora i genitori della vittima sono indagati dal pm inquirente del Tribunale di Bari, Renato Nitti, per abbandono di persone minorennì nell’ipotesi più grave, prevista quando dal reato deriva la morte: il terzo comma dall’articolo 591 del codice penale che punisce i responsabili con pene da tre a otto anni di reclusione.

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