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Altamura, appello alla mobilitazione contro la chiusura di Radio Regio Stereo

Data: 13/10/2005 - Ora: 11:43
Categoria: Cronaca

Con questo provvedimento senza precedenti in Italia si spegne temporaneamente e contemporaneamente sia la voce critica di un singolo conduttore

La chiusura dell’emittente radiofonica di Altamura radio Regio Stereo, disposta dal Giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Bari su richiesta del Procuratore della Repubblica, formalmente motivata come misura cautelare personale in un procedimento per diffamazione, ma storicamente preceduta da una delibera del Consiglio comunale di Altamura approvata da una delibera segreta e intesa ad ottenere dal Ministro, dal Prefetto, dal Questore, dall’Authority e dal Procuratore della Repubblica un "monitoraggio" della produzione degli organi di informazione locali, costituisce un allarmante e inedito ammonimento per tutta la stampa. In sostanza, il provvedimento finisce con il travolgere tutto: da una specifica rubrica (la cui presunta "aggressività" non può essere invocata per ridurre al silenzio chi quella rubrica conduce) all’insieme della programmazione. Con questo provvedimento senza precedenti in Italia si spegne temporaneamente e contemporaneamente sia la voce critica di un singolo conduttore, nei confronti del quale ovviamente chiunque si senta offeso o diffamato ha il diritto di chiedere l’intervento della magistratura, sia la radio in sé. La conseguenza, che in una società democratica non può essere consentita, è che un’intera comunità viene privata di uno strumento di discussione, di informazione, di intrattenimento e di partecipazione che non a caso ha dato voce ad un’infinità di persone, anche dei potenti che oggi si dolgono. Il fatto che il provvedimento giudiziario sia stato preceduto da una ruvidissima iniziativa, per giunta intrapresa e condotta a termine in gran segreto, del Consiglio comunale di Altamura, dà alla vicenda i sinistri connotati di un gesto di polizia. E’ interesse della comunità che la radio sopravviva agli incidenti di percorso (querele, indagini, dibattito nella sede giudiziaria) che coinvolgono singoli individui. Una radio, un giornale, una emittente televisiva, un sito internet non possono essere, in sé, strumenti criminali, nemmeno e anzi soprattutto, tanto peggio: sol perché essi si pongono in contrapposizione duramente critica ai poteri costituiti; nel caso specifico, ad un modesto Consiglio comunale non a caso travolto dagli elettori. SENZARETI e ITALIA GIUSTA SECONDO LA COSTITUZIONE, qualunque sarà l’esito del procedimento per diffamazione nei confronti del conduttore incriminato, chiamano intanto ad una civile mobilitazione perché la radio zittita e il conduttore sospeso siano restituiti alla loro libertà e perché si scongiuri lo scenario che si preannuncia di una comunità ammaestrata dalle veline dei poteri e snervata nella sua capacità di discussione, di critica e di conflitto. (www.senzareti.it 10.10.2005)

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