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Allarme: il baco informatico invade la posta

Data: 21/08/2003 - Ora: 10:53
Categoria: Internet

Il worm Sobig si sta diffondendo rapidamente, intasando le email box. Già disponibili gli antivirus

Il nuovo baco informatico si diffonde attraverso la posta elettronica, è la variante di un worm già noto e ha cominciato a circolare molto probabilmente a fine mattinata. In poche ore si è diffuso in molti Paesi europei ed è stato finora raggiunto il livello di allarme giallo, secondo i primi dati finora rilevati dall'azienda internazionale specializzata in sicurezza informatica Trend Micro. L'allarme giallo è il primo livello di allerta, che scatta quando viene superata la soglia di attenzione e che precede il livello di massima allerta, l'allarme rosso. Da alcune ore sono comunque disponibili i prodotti antivirus che permettono di neutralizzare il nuovo worm. Il nuovo codice pericoloso si diffonde spedendo numerose copie di se stesso attraverso la posta elettronica, dalla quale raccoglie gli indirizzi. È facile da riconoscere, poichè il messaggio con cui si spedisce può avere come oggetto le seguenti frasi in inglese: «Re: Thank you», «Thank you!», «Re: Details», «Re:Re:My details», «Re: Approved», «Re: Your application», «Re: Wicked screensaver», «Re: That movie». Il worm attiva inoltre un programma che gli permette di entrare in funzione ogni volta che il computer viene acceso. Contemporaneamente al virus Sobig sono in corso in queste ore in tutto il mondo almeno altre due grandi epidemie scatenate da bachi informatici: quella che negli Stati Uniti ha preso di mira 1.200 computer della società aerospaziale americana Lockheed Martin, e quella che in Europa e negli Usa è scatenata dal virus Welchia, che distrugge il virus Lovsan e poi entra in azione. «È una vera e propria offensiva, che ricorda quanto è accaduto in seguito al grande allarme diffuso nel mondo dopo il virus CodeRed», ha osservato l'esperto di sicurezza informatica Fulvio Berghella, responsabile di Securitynet e vice direttore centrale della Euros Consulting. «Il problema - ha proseguito - è l'accumulo di varie tipologie di virus che alla riapertura delle aziende potrà pesare».

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