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Al Perrino di Brindisi operata testimone di Geova senza trasfusione

Data: 25/03/2003 - Ora: 10:54
Categoria: Politica

E’ stata operata con successo, senza trasfusioni di sangue, una giovane testimone di Geova di 20 anni, residente nel Tarantino. L’intervento, una delicatissima operazione al cranio su soggetto affetto da sindrome di "Arnauld-Chiari 1", è stato eseguito nell’ospedale "A. Perrino" di Brindisi dall’equipe del professor Nicolò Martellotta, primario di Neurochirurgia. "Siamo riusciti ad evitare le emotrasfusioni, così come richiesto esplicitamente dalla paziente – dichiara proprio il professor Martellotta - grazie ad alcune moderne tecniche alternative quali la somministrazione, prima dell’intervento, di eritropoietina, una glicoproteina in grado di stimolare la rapida produzione degli eritroplasti, e per mezzo dell’emodiluizione, cioè la diluizione del sangue. Ciò può comportare, in alcuni casi, un allungamento dei tempi di degenza. Nel caso in esame il decorso post operatorio è stato tale da non rilevare alcuna problematica e la paziente ha potuto, pertanto, recuperare in pieno le sue forze tanto da essere dimessa. Ora è a casa circondata dagli affetti dei suoi familiari". L’ospedale "Perrino" di Brindisi si conferma, quindi, nuovamente come un centro all’avanguardia, non solo per le moderne attrezzature e le professionalità presenti al suo interno, ma anche nell’utilizzo di quelle tecniche innovative che permettono di andare incontro alle esigenze, anche di tipo etico, dei pazienti che si sottopongono ad intervento chirurgico.

Costoro, infatti, sono posti in condizioni psicologiche ottimali poiché consapevoli che il personale ospedaliero tutto rispetta le convinzioni religiose dei pazienti. "Siamo soddisfatti – dichiara il direttore generale dell’Ausl Br/1, dottor Bruno Causo – di essere riusciti a coniugare, anche in questo caso, la fede religiosa con la scienza. La nostra struttura è, infatti, riuscita a garantire il successo dell’operazione rispettando le esigenze morali e religiose della paziente. Negli ultimi anni Brindisi, come confermano i dati statistici, è divenuta sempre più una città multietnica. La coesistenza di fedi religiose, di culture e costumi appartenenti a terre lontane ci impongono, per quel senso dell’accoglienza e della civile convivenza che sono alla base delle regole democratiche e umanitarie, comportamenti che vanno ben al di là della semplice tolleranza. E’ il caso, infatti, come per l’episodio registrato nell’ospedale "Perrino" , di adoperarsi affinché anche aspetti prettamente medico-scientifici siano modificabili, ovviamente per quanto possibile, per diventare più aderenti alle esigenze del paziente, anche quando queste ultime risultano appartenere alla sfera più intima della religiosità. Queste forme di rispetto sono manifestate quotidianamente dal personale ospedaliero. Si pensi, ad esempio, ai pazienti di fede musulmana ai quali viene offerta la possibilità di scegliere cibi che non contrastino con i principi del Corano. Non a caso offriamo delle varianti rispetto al menù principale. E’ semplicemente una forma di rispetto. Un’altra forma di rispetto è stata quella mostrata nel caso della paziente operata in Neurochirurgia. Voglio evidenziare come questo episodio per il nostro ospedale "Perrino" non sia il primo. Sono stati, infatti, circa 20 gli interventi chirurgici effettuati fino ad oggi senza emotrasfusione e la maggior parte proprio a testimoni di Geova." "L’ospedale brindisino – afferma Giovanni Conte, responsabile dell’ufficio relazioni pubbliche dei testimoni di Geova di Brindisi e provincia - è inserito nella rete sanitaria nazionale organizzata dai testimoni di Geova, composta da oltre 90 comitati di assistenza sanitaria che hanno il compito di indirizzare i pazienti verso strutture e chirurghi che operano senza trasfusione di sangue".
"Sono stati tutti bravi e gentili – ha dichiarato Pamela, la paziente operata dal professor Martellotta - e li ringrazio. Medici e infermieri mi sono stati vicino e mi hanno dato tanto coraggio. Se ora sono fuori pericolo lo devo a loro e intendo, quindi, ringraziarli recandomi personalmente in visita all’equipe del professor Martellotta e al direttore generale dell’Ausl".

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