Diciamoci tutto. E' mai possibile far "accomodare" (adesso ve lo dico il perché delle virgolette) gli spettatori a spettacolo già iniziato? Il maestro Martin con i bravissimi Fossà (violoncello solista) e Schifani (clavicembalo) erano già impegnati da un quarto d'ora nell'esecuzione delle musiche di Haendel quando pubblico e maschere continuavano ancora a rumoreggiare in platea! Non dovrebbe accadere nemmeno al teatrino delle marionette. Ho notato scolaresche accompagnate da insegnanti. Dubbio: che la scuola abbia il compito di diseducare? Se è così, professori ed alunni erano proprio nel luogo giusto. Non conservatori o scuole di musica e bel canto; dovremmo edificare centri di educazione all'ascolto dell'opera e della musica. Con tanto di patentino finale senza il quale in teatro non si entra. E si dovrebbe iniziare con la spiegazione del significato dei suoni della campanella prima dello spettacolo. Ciò detto, ecco un dilemma: gli avventori erano a teatro per Agrippina o per Katia? Mi spiego: erano lì per l'Opera o per mondanità? Io ho la mia opinione, influenzata sicuramente dai continui applausi. Non mi son sembrati consensi da adepti e men che meno plausi all'interpretazione canora. I pullman parcheggiati fuori mi hanno fatto venire un sospetto: che qualcuno avesse sbagliato stadio? Cosa dire poi delle "poltronissime" (riecco le virgolette) del Politeama? Non vi nascondo che durante i tre atti, anzi due (?), avrei preferito soffrire in piedi piuttosto che anchilosarmi gli arti inferiori in quel modo.
Lo confesso. Sono rimasto a teatro, rinunciando al mio letto, soprattutto per le voci di Teresa di Bari (Poppea) e di Bernadette Manca di Nissa (Ottone), per la bellezza e la cura delle scene e dei costumi (William Orlandi) e perché apprezzo gli sforzi organizzativi della Provincia di Lecce. (ADP)