Colonie di cavallette stanno flagellando gran parte del territorio pugliese, dalla Murgia sino al Gargano, arrivando sino in territorio tarantino. A parlare del problema dal punto di vista tecnico e amministrativo sono stati il presidente regionale della Cia, Antonio Barile ed il preside della facoltà di agraria dell'Università di Bari, Giorgio Nuzzaci, in un incontro con la stampa e gli operatori. Secondo i due esperti il problema dovrebbe essere affrontato quando gli insetti depongono le uova in autunno ed entro l' inizio della primavera, mentre in questo periodo qualunque intervento di natura parassitaria, non solo non otterrebbe risultati ma contribuirebbe a danneggiare l'ecosistema e l'intera catena alimentare, e cioè quei nemici naturali delle cavallette come il falco grillaio, che potrebbe scomparire per l'ingerimento indiretto di pesticidi. Nei prossimi giorni la Cia ha annunciato che chiederà incontri con il presidente della giunta regionale e con l'assessore all'agricoltura per evitare una sottovalutazione del fenomeno e per chiedere di effettuare sopralluoghi per la stima dei danni anche perchè ha detto Barile: "quello delle cavallette potrebbe rientrare tra le calamita' naturali e dunque potrebbe dare luogo a rimborsi per gli agricoltori che vedono interi campi di grano ridotti a quasi deserto''.