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Acquedotto Pugliese, chiarezza per non far ricadere costi sui cittadini

Data: 05/02/2002 - Ora: 14:36
Categoria: Politica

"Il trasferimento dell’Acquedotto pugliese alle Regioni Puglia e Basilicata, oggi più che mai, è la giusta soluzione che il Governo Berlusconi ha adottato nei confronti di pugliesi e lucani. È auspicabile, adesso, una via più corretta all’ordinaria gestione". Il consigliere regionale Raffaele Belardi (FI) interviene nel dibattito sulla cessione delle azioni AQP alle due Regioni sollecitando un recupero di economicità dell’ente che non ricada sulle spalle dei cittadini-utenti. L’esponente di Forza Italia esprime alcune perplessità di ordine finanziario, rispetto alle voci di un possibile deficit del bilancio AQP 2001 e cita un’intervista al "Sole 24 Ore" rilasciata il 12 luglio ’99 dall’avv. Lorenzo Pallesi, nominato amministratore unico dall’allora Governo centrale di centrosinistra. "’La gestione sarà nostra fino al 2018’ dichiarava in quell’occasione Pallesi, aggiungendo – ricorda Belardi – di aver trovato all’arrivo nell’ente bilanci fittizi e quello del ’96 mai approvato dal vecchio consiglio di amministrazione. La ricostruzione dei conti ha portato allo scoperto una situazione da brivido: nell’81 l’ente chiudeva i bilanci in rosso con cifre dell’ordine di 40 miliardi di lire e di 31 miliardi nel ‘95", insisteva Pallesi, esaltando l’azione di recupero con un utile netto atteso nel ‘99 di 50 miliardi’". "Nel rileggerle oggi, queste dichiarazioni appaiono alquanto singolari – rileva il consigliere regionale di FI – visto che dai corridoi del terzo piano del palazzo dell’Acquedotto, cuore dell’amministrazione e finanza della società, circolano voci di una possibile chiusura di bilancio in rosso per l’esercizio 2001, per una cifra di diversi miliardi di lire. Siamo forse tornati agli anni ’80?" si domanda Belardi. "O forse l’attuale gestione, dei vari dott. Spagnolo, ing. Bucci, dott. Notarnicola, dott. Police, rag. D’Albora, tutti stretti collaboratori dell’amministratore unico, non è stata basata – aggiunge - sui criteri di efficienza, economicità ed efficacia indispensabili per condurre l’azienda più grande d’Europa, l’Acquedotto pugliese, ma è stata invece vissuta con grande arroganza ed incompetenza?" "Forse è questo il motivo per cui in una nota del Ministero del Tesoro indirizzata all’avv. Pallesi, nel dicembre 2001, viene imposta una mera gestione ordinaria?", osserva ancora Belardi. "Crediamo a questo punto che spetti a Puglia e Basilicata tracciare un percorso denso di obiettivi il cui rapporto costi-benefici possa confermare le aspettative di chi ha sempre creduto ad una soluzione del ‘caso AQP’ favorevole al territorio, ma soprattutto capace di soddisfare le attese di quanti confidano nella risorsa acqua per il proprio sviluppo imprenditoriale, dando così un reale impulso all’economia di questi territori, con soddisfazione di tutti i cittadini". "Pertanto – conclude il consigliere – auspico che in questi giorni non debba proseguire oltre un inopportuno tentativo di attuare fantasiosi e fittizi tentativi di recupero economico-finanziario, tali da far ricadere sulle popolazioni appulo lucane azioni tendenti a creare disagio e confusione sulle reali competenze dovute ad AQP".

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