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Acquedotto Pugliese, Fitto, se ne occupi il Cavaliere

Data: 17/05/2001 - Ora: 10:52
Categoria: Economia

Oggi il consiglio dei ministri dovrebbe dare il via alla trasformazione dell'Eipli (Ente per lo sviluppo dell'irrigazione in Puglia, Lucania e Irpinia) in società per azioni. Ma, questa, potrebbe essere anche l'occasione per il ministro del Tesoro Vincenzo Visco di ufficializzare la vendita dell'Acquedotto pugliese all'Enel di Franco Tatò. Il contratto fra Visco e Tatò sarebbe stato sottoscritto nei giorni che hanno preceduto le elezioni di domenica.

Per evitare che il classico "effetto annuncio" potesse, in un modo o nell'altro, condizionare il voto di quattro giorni fa, in Via XX Settembre d'intesa con il "colosso" dell'elettricità avevano deciso di comunicare la conclusione di questa «trattativa diretta» dopo, appunto, che fosse stato conosciuto il responso delle urne.
Nessuno, tuttavia, né a Roma né a Bari, è in grado di assicurare che proprio oggi sarà scritta la parola fine in calce ad un negoziato difficile e lungo ormai quasi due anni. Mentre al ministero del Tesoro continuano a sventolare la bandiera della riservatezza, fonti dell'Enel si limitano a fare sapere che il "patteggiamento" sul più grande acquedotto d'Europa sarà reso noto «prima dello scioglimento delle Camere» e, ovviamente, l'insediamento (il 30 maggio) del nuovo Parlamento.
Se chiarire un mistero è evidentemente indelicato verso il mistero stesso, il condizionale non può non essere ancora d'obbligo. Chi, invece, non si sente obbligato ad accettare «uno scippo» è il presidente della Regione Raffaele Fitto: «Non escludo che questa vicenda possa concludersi in queste ore o in questi giorni, ma io rimango totalmente in disaccordo con chi vuole svendere gli interessi dei pugliesi. Per quanto mi riguarda, dovrà essere il governo che sarà presieduto da Silvio Berlusconi ad occuparsi dell'Acquedotto».
Il prezzo della "operazione Aqp" dovrebbe essere di 1.180 miliardi. Sempre secondo le indiscrezioni delle ultime settimane, l'Enel, che avrebbe la gestione della risorsa idrica fino al 2018, investirà subito dopo 3mila miliardi, per "rattoppare" i "buchi" lungo i ventimila chilometri di condotte, attraverso cui non scorrerebbe più solo acqua, ma "passerebbero" anche linee telefoniche e del gas. Così come i manager dell'Ente vorrebbero mettere in piedi a Bari una struttura in grado, tra le altre cose, di intervenire nei Paesi dell'Est per realizzare nuovi acquedotti. Dovrebbe essere Enel Hydro ad "assorbire" Aqp: sulla carta, sono previste 400 assunzioni. Presidente della "nuova Hydro" sarà lo stesso Franco Tatò. Due poltrone nel consiglio d'amministrazione, sarebbero riservate a pugliesi e lucani.

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