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Acqua potabile in Puglia, è allarme le dighe lucane sono in tilt

Data: 21/02/2002 - Ora: 13:50
Categoria: Economia

Dire che Puglia e Basilicata sono con l'acqua alla gola, sarebbe di pessimo gusto. Ma sull'emergenza idrica, è questa la situazione, in tutta la sua drammaticità. Basta leggere i dati aggiornati sul bilancio idrico, diffusi ieri, a Matera, dall'autorità di governo delle risorse idriche, che vede insieme le Regioni Puglia e Basilicata. All'incontro di ieri, erano presenti il presidente della Regione Basilicata, Filippo Bubbico, l'assessore all'Agricoltura, Carmine Nigro, e l'assessore ai Lavori Pubblici della Regione Puglia, Felice Amodio. Secondo quanto si afferma in una nota diffusa dalla Presidenza della Regione Basilicata, dall'aggiornamento del bilancio idrico approvato dall'autorità, emerge un «deficit per gli usi potabili di Basilicata e Puglia di circa 85 milioni di metri cubi di acqua». In questa situazione, le due Regioni hanno deciso di mettere in campo un'azione concertata per «costringere il Governo ad occuparsi della gravissima situazione di emergenza idrica». E saranno i due "governatori", Raffaele Fitto e Filippo Bubbico, a interagire con il governo nazionale. L'Autorità ha già individuato gli alcuni interventi prioritari che, con una spesa complessiva di circa 14 milioni di euro, «potrebbero assicurare, in tempi brevi, i necessari apporti aggiuntivi alle dighe lucane».
«Gli interventi individuati, per i quali si attende il via libera del governo nazionale riguardano - è spiegato nella nota - la possibilità di portare le acque del 'Cogliandrino' e della 'Gronda del Sauro' nella diga di 'Monte Cotugno', di incrementare gli apporti del 'Locone' allo schema idrico dell'Ofanto e di utilizzare alcuni pozzi del Comprensorio 'Terra di Apulia'. Per quanto riguarda gli usi irrigui, nel corso della riunione, le Regioni Basilicata e Puglia hanno assicurato che saranno adottate misure idonee per garantire il fabbisogno di soccorso alle colture arboree, per le quali il deficit di risorsa idrica viene stimato in circa 55 milioni di metri cubi. A questo proposito - conclude la nota - sono stati ipotizzati diversi scenari, che saranno approfonditi prima della prossima riunione dell'Autorità di governo, in programma fra una settimana».
Ma è sul fronte romano che Basilicata e Puglia sembrano voler esercitare la pressione maggiore. La situazione dell'emergenza idrica è grave già da tempo. Tanto che il 21 dicembre scorso nelle due regioni è stato dichiarato lo stato di emergenza. In Basilicata non hanno ancora digerito la ripartizione del pacchetto azionario dell'Acquedotto pugliese, ritenuto a Potenza troppo penalizzante per una regione che fornisce l'acqua. Ed un altro fronte di polemica, in relazione alla crisi idrica, l'ha aperto ieri un deputato dell'Ulivo lucano, Giuseppe Molinari. «Il Governo continua ad ignorare il dramma economico e sociale che sta vivendo il mondo agricolo lucano con tutte le conseguenze per gli altri comparti dell'economia», ha dichiarato l'onorevole del centrosinistra, deluso dalla «bocciatura degli emendamenti presentati dai parlamentari lucani dell'Ulivo concernenti la previsione di sgravi fiscali sul gasolio per autotrazione». «Di fronte a queste proposte - ha concluso il deputato lucano - il governo e la sua maggioranza hanno detto di no ovviamente assumendosi tutte le responsabilità politiche nei confronti del mondo agricolo e dell'autotrasporto della Basilicata e del Mezzogiorno». La vertenza con Roma è aperta. Ed è più estesa.

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