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Data: 08/11/2001 - Ora: 12:16
Categoria:
Cultura
L’apertura ufficiale del convegno era stata preceduta da un video che illustrava le molteplici attività svolte dallo sportello "Lecce Accoglie" (finanziato dal programma "Urban" dell’Unione Europea).
"LecceAccoglie", infatti, è attivo da oltre un anno. In media, le pratiche che espletate sono circa duemila l’anno tra rinnovi di permessi di soggiorno, ricongiungimenti familiari, inscrizioni al servizio sanitario, iscrizioni scolastiche, inserimenti lavorativi ed individuazioni di alloggi, riconoscimenti di status di rifugiato. Inoltre, si rivolgono allo sportello anche cittadini immigrati provenienti da altri paesi della provincia di Lecce ed anche da fuori, per una media di oltre mille contatti annui.
Proprio in questi giorni, "LecceAcoglie" sta traslocando proprio nell’antico palazzo restaurato dove si è svolto il convegno: abbandona così, dopo poco più di un anno, l’angusto locale dove era stato ospitato, per collocarsi in una sede certamente più consona e dignitosa. A piano terra ci sarà l’ufficio informazioni e accoglienza per gli immigrati, dove si potranno trovare notizie su lavoro e casa, oltre a qualcuno che aiuti i cittadini immigrati a sbrigare tutte le formalità burocratiche. Inoltre ci saranno spazi dedicati all’animazione culturale. Attigua ai locali dello sportello, sarà allestita una biblioteca multiculturale. Al primo piano ci saranno sale ed ambienti destinati ad uffici. Il tutto per un totale di 978 metri quadrati.
Tutti questi servizi saranno realizzati e gestiti dai gruppi e dalle associazioni che hanno contribuito a far nascere "LecceAccoglie", vale a dire la Comunità Emmanuel, l’Associazione senegalese "Guy Gi", il Comitato per la Difesa dei Diritti degli Immigrati, il Consiglio Italiano per i Rifugiati e l’Ufficio Migrantes.
Tornando allo specifico dei contenuti del convegno, per quanto rimasti sullo sfondo, sono stati inevitabili alcuni riferimenti a quanto avvenuto dall’11 settembre in poi, sia in qualche passaggio delle relazioni, sia nei "corridoi" e negli incontri con la stampa. Paolo Naso, sulla questione, è stato netto. Il contributo delle religioni ai problemi legati al terrorismo non può che essere "una condanna ferma e spietata del terrorismo stesso". "Con i ‘se’ e i ‘ma’ non si risolve niente, si lanciano messaggi deboli e ambigui. Servirebbe anche un atteggiamento diverso verso le zone oscure che esistono in ogni religione, contro le scelte violente e aggressive che si annidano nelle nostre tradizioni". Il direttore di "Confronti" ha aggiunto che "ci sono virus e bacilli di cui liberarsi con un processo di autocoscienza che porti alla pace. Bisogna ‘sminare’ le coscienze dall’interno e scovare quei lati in cui ci sono più richiami al disordine e alla divisione che alla comunione".
Tutte le relazioni, in ogni modo, sono state improntate ad uno spirito alto di dialogo e tolleranza.
D’altronde, il convegno "Accoglienza: religioni in dialogo" non pretendeva, certo, di fornire soluzioni, ma voleva, piuttosto, creare un primo momento d’incontro che funzionasse, innanzi tutto, come occasione di formazione ed informazione per i cittadini leccesi. Proprio per questa ragione, particolarmente interessante è stata la relazione del Lama del Centro "Mandala", che ha illustrato gli aspetti fondamentali del Buddismo con parole dense di spiritualità che hanno letteralmente contagiato buona parte degli ascoltatori. Così come ha affascinato l’intervento del bramino sri-lankese N. Somaskandakurukkal, che ha dettagliatamente parlato della religione induista, coadiuvato dalla traduzione assolutamente efficace di una ragazza indù proveniente dalla comunità di Palermo. Molto approfondito l’intervento di padre Khaled Akasheh, del Pontificio Consiglio per il dialogo interreligioso, il quale ha puntigliosamente elencato i vari aspetti dello "stato delle cose" nel dialogo con le altre fedi. Alexander Diesel, presidente dell’Associazione Italia-Israele di Bari, ha preferito partire dalla narrazione della sua storia (scampato per caso ai lager nazisti, mentre i suoi familiari non avrebbero più fatto ritorno da Auschwitz) per concludere sull’assoluta necessità del dialogo e della tolleranza.
Gli stessi concetti espressi da Hamza Massimiliano Boccolini, rappresentante della Lega Musulmana Mondiale. Tra l’altro, è stato allo stesso tempo scontato e indicativo notare come il rappresentante della chiesa cattolica (padre Khaled Akhasheh) fosse un arabo, mentre il relatore di parte islamica (H. M. Boccolini) provenisse da Napoli…
Altrettanto interessante è stato il dibattito, vivace e partecipato quanto basta, anche per le interessanti "provocazioni" portate da papas Nik Pace e, soprattutto, di Mostafà Naamane, imam della moschea di Lecce.
In conclusione, il convegno leccese non è stato, né voleva essere un incontro di carattere scientifico; voleva "soltanto" costituire il fondamentale primo tassello di un percorso che dovrà necessariamente continuare; l’obiettivo era di fornire una prima informazione che veicolasse il desiderio di dialogo (che porta alla tolleranza) che certamente è una caratteristica della comunità leccese, per quanto non sempre chiaramente visibile, soprattutto a livello istituzionale. Gli stessi organizzatori hanno manifestato l’intenzione di creare costanti momenti di approfondimento e confronto, per coinvolgere un sempre maggior numero di cittadini.
Perché, come ha ricordato nelle conclusioni Paolo Naso, "chi è dentro la fede ‘per statuto’ è tenuto ad aprirsi al dialogo. In tutte le religioni abramitiche, tra gli obblighi, c’è un esplicito richiamo al confronto con il diverso da sé". Da qui deriva il rispetto dei deboli e dei poveri: "E questo concetto lo ritroviamo nelle letture dei cristiani come nel Corano in cui c’è scritto: Non vi sia costrizione nella fede, chi colpisce la vita umana è contro l’intera umanità".
Insomma, i "semi di pace" sono stati piantati anche nel Salento. Qualcuno ha avuto il coraggio di seminarli in un periodo assolutamente particolare. Attendiamone i frutti con la speranza e la coscienza che non potranno crescere da soli. (Gabriele De Blasi)
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